Interessante pomeriggio di approfondimento , qualche giorno fa, sulle tematiche dei vitigni resistenti interspecifici con Ermanno Morari dei Vivai Rauscedo e miglioramento genetico della vite di incroci Vinifera su Vinifera con Tiziano Tomasi, enologo ricercatore in Fmach.

Il lavoro prodotto dalla Fondazione E. Mach in questi ultimi anni è stato davvero sbalorditivo: 75.000 prove di incrocio tra specie di vite della famiglia Vitis Vinifera con altre specie della stessa famiglia, 200 allevamenti in campo di 40 piante per filare per ottenere microvinificazioni per lo studio e la verifica dei risultati di selezione e, in ultimo ma non certo per importanza, le 4 varietà iscritte al Registro Nazionale della Vite.

Questo processo di selezione richiede ad ogni nuova vite ben 8 anni per raggiungere l’obiettivo di esser vinificata e quindi poi valutata analiticamente e organoletticamente dagli esperti enologi!

Abbiamo 10 campioni in degustazione: per ognuno di essi viene descritta e valutata la scheda tecnica che comprende importanti dati dall’epoca della vendemmia fino al prodotto finito al termine del processo di vinificazione.
Questi vini nascono da appezzamenti neutri, che non esaltano le caratteristiche della vite, anzi comprendono uno scenario microclimatico che la mette in seria difficoltà; per questo motivo l’obiettivo della valutazione organolettica attraverso della degustazione deve tener conto di tutto ciò e puntare a scorgere possibili potenzialità in una miglior messa a dimora della vite.

Ci apprestiamo quindi ad un compito assolutamente non facile e banale!

I BIANCHI
F26 P013 Fiano su Chardonnay

Prevalgono le sensazioni aromatiche floreali, seguite in buona evoluzione da un fresco fruttato e sensazioni a tendenza dolce, quasi mielose. In bocca la freschezza è tagliente e lascia ben poco spazio alla morbidezza iniziale; l’astringenza continua a dominare finché subentra una sensazione di liquirizia che addolcisce il finale di bocca.
Interessante per la franchezza degli aromi e possibile evoluzione migliorativa nella beva, considerando gli attuali caratteri di complessità

F26 P050 Fiano su Chardonnay

Al naso fiori e frutta si equivalgono e vengono arricchiti da sentori vegetali e di spezie.
L’acidità a 6.9 rispetto ai 6.2 precedenti si percepisce molto bene, con una nota di astringenza più aggressiva.
Sicuramente interessante per una base spumante.

F44 P009

Syrah su Pinot nero (bianco)
Piccoli frutti rossi emergono al naso, anche se non è stata raggiunta completamente la finezza olfattiva.
La sensazione di morbidezza prepara il palato ad una buona freschezza che sospinge le sensazioni di frutto poco persistenti; la tendenza amaricante prende e domina la scena gustativa.
Di difficile comprensione

A F14 P090 Chardonnay su Petit Manseng

Varietà che ha sorpreso i ricercatori di FMach non avendo mai subito marciume nei suoi 6 anni di allevamento.
Naso pulito bilanciato tra fiori e frutti, in bocca buona armonia tra morbidezze e durezze, con una tendenza citrina in evidenza su note di lime verde
Gradevole, interessante poterne vedere l’evoluzione o le caratteristiche in vendemmia differente.

B F14 P041 Moscato bianco su Pinot Nero

L’uva aromatica del Moscato sospinge la parte floreale, che domina sulle note fruttate, comunquq in evidenza.
L’ingresso in bocca è piacevole, equilibrato e con una tendenza iniziale verso la dolcezza; peccato poi viri e chiuda la beva con una nota amarognola

I ROSSI:
F45 P137 Syrah su Pinot Nero

La versione in rosso di questi due vitigni dona un color porpora acceso, in fatti se ne percepisce subito la freschezza, la quale sospinge le note floreali (geranio, rosa), fruttate (fragolina) e speziate.
Ingresso morbido, fresco con tannino dell’uva percettibile, finale con dosata tendenza acidula e amaricante
Interessante per pulizia degli aromi, possibile immaginarlo con affinamento in legno

IASMA ECO 1 Teroldego per Lagrein

Si tratta della prima varietà iscritta al Registro Nazionale della Vite con i vitigni autoctoni del Trentino; da quest’anno è ammessa a taglio nella DOC trentina per un massimo del 15%
Color porpora intenso, naso intrigante con una frutta importante, matura a tendenza dolce, su un sottofondo speziato.
Piacevole beva, morbida e fresca, tannino percettibile e finale con bocca pulita.
Totale polifenoli: 2.820 mg/l di cui 1.500 mg/l di antociani!
Attendiamo di vedere i risultati nei vigneti italiani: i vivaisti già ne producono barbatelle.

IASMA ECO 2 Teroldego per Lagrein

Color porpora ancora più intenso, quasi impenetrabile.
All’olfatto compaiono note floreali, fruttate sia fresca che matura, balsamiche e speziate
L’ingresso in bocca è morbido, con una certa polposità che ne dona maggior struttura, una nota speziata anticipa la freschezza dell’acidità ed il tannino vellutato; lo pseudo calore dell’alcool si percepisce e porta al finale di bocca piacevole, pulito e con tendenza dolce.

F42 P074 Sangiovese per Teroldego

Nuova vite molto importante per i progetti in essere con Banfi: accordo di sviluppo e cooperazione tecnologica che prevede la creazione di un campo sperimentale in Toscana, dove saranno allevati otto prototipi di varietà selezionate dall’attività di miglioramento genetico FEM per la loro tolleranza alla botrite.
Porpora impenetrabile! Antociani a 1.608 mg/l e 8.1 di acidità per questo vino dalle potenzialità vistose.
Fiori (viola) e frutti (ciliegia) marcati dal Sangiovese vengono resi freschi da un sottofondo mentolato.
In bocca entra morbido per quell’attimo che basta alla presente acidità di dominare la scena gustativa; tannino presente e finale di bocca pulito.

F26 P079 Primitivo per Teroldego

Varietà che dalle analisi accumula parecchio zucchero e parallelamente acidità.
Naso piacevole con note a tendenza dolce: marasca e prugna matura, anche sotto spirito con un progressivo verso le spezie.
La beva è caratterizzata da dominanza acida, con tendenze di pseudo dolcezza a cercare di equilibrare