AGLIANICO DEL VULTURE 2010 – 14,0% vol. – IL SIGILLO – CANTINE DEL NOTAIO ]

Lo sapevo che avrebbe piovuto stasera, proprio stasera che la mia macchina è dal meccanico. Lo sapevo che il motore della mia vecchia carcassa avrebbe tirato le cuoia proprio adesso che la passione per il vino mi porta in giro per cantine; uhm, potrei usare la scusa della macchina in avaria per telefonare a Marco, l’avvocato bello e brizzolato che ho conosciuto domenica scorsa alla degu in Basilicata.

No, no, quello mica è scemo: capisce che è tutta una scusa per attirare la sua attenzione, anzi per attirarlo nella mia tela di ragno.
No, no, invece di pensare a queste frivolezze stasera rimarrò in casa e allenerò il mio palato alle sensazioni enoiche delle mie bottiglie.

Sì, sì, farò così. Degusterò allo specchio, perché la mimica facciale del sommelier è importante, forse è più importante di ciò che dice!
Ma, dove sarà l’apribottiglie? Ah, eccolo. Uhhh, che profumo… sentiamo il tappo: tutto ok.
Oddio, ma che sommelier spettinata! devo assolutamente pettinarmi! Ecco, meglio così, questo chignon basso mi sta proprio bene, fa risaltare le mie labbra, caspita che bel rossetto che ho messo!
E ora che la degustazione abbia inizio; oddio, però non si può bere in un bicchiere così, mi tocca prendere il calice del set che mi ha regalato Roberta a Natale. Per un vino così ci vuole il sacro graal.
Calice preso, si comincia. Ecco il primo sorso sapiente e sguardo competente: color rubino intenso, ricco, possente, proprio il colore che uno si aspetta da un vino autentico del sud. Profondo non solo nel colore, anche nella succosità di mirtillo e speziature di cacao. Interessante questo finale chinato che si alterna a note di rabarbaro, su un sottofondo di dolcezza avvolgente che spinge con lunghezza e continua a tornare piacevolmente. Ma quanto sono bella quando parlo di vino e che belli i miei capelli biondi che spiccano su questo rosso gioiello. Naso profondo, con netti richiami di prugne fresche, mirtilli, china, viola, piacevole cioccolatino al rum. Bocca sapida e succosa con tannini perfettamente integrati, finale su toni dolci (forse sarei più convincente senza questo ciuffetto biondo che cala sull’occhio sinistro).
Caspita, che bella l’espressione che ho appena fatto con le labbra.

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