Il vino che resiste, fra l’altro uno dei miei vini quotidiani preferiti, è arrivato in Puglia… e casualmente è stato posizionato accanto ad una mola satellitare diamantata: più resistenza di così si muore! Ora attendiamo il riscontro degustativo di un amico pugliese che non ha mai assaggiato questa tipologia (PIWI)!
#territoriocheresiste
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
La vita mi ha insegnato a prevenire le contromosse. 😉
(…e Claudia Saccani rispose: «ehi, calma: ho detto "un po'".»)
Claudia 😀 Grazie, ma non so se sono così. Potrebbe però essere una bella ambizione.
Tiziano, per quale ragione lo avversano?
si ginevra ha capito al volo di cosa si tratta
ora dico di cosa si tratta: si tratta di una varietà PIWI, che è un acronimo di una parola tedesca intraducibile ma che tradotta significa resistente alle malattie
in paricolare questo (Gabriol 2016 – Martinelli) è una cuvee di di due varietà piwie ammesse: Bronner e Solaris
Bronner. Ne parlammo, se non sbaglio. E parlammo anche appunto di questa resistenza alle malattie.
i piwi sono nati in germania negli anni 70 (breettati da Friburgo) per evidenti ragioni..climatiche…
che favoriscono le malattie.
In quanto resistente alle malattie, ovviamente diventa molto efficace dal punto di vista produttivo.
poi piano pinao sono arriati anche in italia… con moltissime difficoltà… a farli riconoscere…etc etc… comunque ora ci sono… sono molto marginali..chiaramente… vengono usati o ad altidini importanti dove alre varietà non reggerebbero oppure in aree urbane antropizzate dove.. l'impiego della chimica… provoca grandi conflittualita sociali
secondo me sono anche buoni.. e sono contento che ti sia piaciuto.. poi chiaramente….entrano in gioco tante cose … la biodiversità…. e tutto il resto.. ma secondo me danno ottimi risultati degustativi. A differenza appunto di cio che dicono apertamente gli industriali.. che invece li temono.
Luca Traversa si diciamo che onsente un risparmio ettaro di circa 700 mille euro /ettaro… di agrochimica… quindi i contadini….sono tentati…molto tentati..
pero appunto mi interessava un giudizio senza pregiudizi…come il tuo. E complimenti a Ginevra Mancuso ..che ha capito….(ddel resto..sono mesi che sto tirando due palle cosi….sul blog con queste cose..)
Io sono rimasto sorpreso. Forse condividerò la seconda bottiglia con un mio amico che ha un palato ancora più fine del mio. Mi è rimasto nella memoria questo vino. Davvero sorprendente.
si lo ammetto: leggendo il tuo blog ho fatto due piu due… anche se non conosco queste tipologie e confermo che sono circondadte da un alone di sospetto. anche per questo forse non me ne sono mai avvicinata.
Luca Traversa allora attendiamo .. prossimo flight… con gli amici. ma appunto secondo me funziona.
Sì: serberò la seconda bottiglia per una degustazione con un amico o un'amica. Sarà fondamentale il confronto diretto, per mettere alla prova le reciproche sensazioni.
Sono esterrefatto di fronte al PREZZO così accessibile.
Comunque: grazie ad entrambi, mi avete fatto tascorrere una bella serata e mi avete sollicitato la curiosità su questi vini. Buona notte !
A te 🙂
Ginevra Mancuso grazie a te per aver partecipato al gioco … e noto anche che impari presto la lezione. Brava!
Questo è un bianco che ti sorprende. Promette e non mantiene, regalandoti altro.
È imbevibile da parte di chi non sa ascoltarlo, secondo me. Raramente mi era successo di rimanere così affascinato da un vino. Ricordo molti anni fa, credo negli anni 90, un Taurasi che mi regalò le stesse sensazioni.
Nooo Raffaella, credimi io sono un totale ignorante. Semplicemente metto da parte i tecnicismi e lascio che il vino mi parli, esprima quello che ha da dire. Non è una frase fatta, ti assicuro che funziona. È la stessa cosa che faccio nei confronti di un piatto, di una pietanza.
è avversato.. perché se queste tipologie dovessero prendere piede…dovessero.. dico… sarebbero costretti a ristrutturare completamtne… il loro mood commerciale. E ora scoraggiano i viticoltori a piantarlo. Come li scoraggiano? Con la leva del prezzo: quest'anno gli imbottigliatori industriali hanno pagato queste uve 25 euro quintale. Mnetre la media di varieta industriali è attorno ai cento. In questo modo lo avversano. scoraggiando i contadini..
dimmi tiziano se dico bene?
se ho capito di cosa si tratta
è così accattivante….ccaro Luca, che gli industriali lo considerano imbevibile e e lo avversano in ogni modo…
Tiziano mi incoraggia a saper cogliere l'anima del vino. Al di là dei cliché convenzionali. Lasciare che il vino parli e racconti una storia.
Il " bianco" sì lo bevo volentieri
Raffaella, un vino perversamente accattivante. Sono certo che piacerebbe moltissimo anche a te!
Beva menu ciucatun
Guarda, chiaramente non essendoci l'etichetta non sono in grado di dirtelo, ma mi sentirei di ipotizzare un 12 gradi.
il grado alcolico?
Gewürtztraminer, dici? Ne feci una scorpacciata in Alto Adige, alcuni anni fa. A me sembra difficile da catalogare per la mia piccola esperienza nel mondo dei vini. Per la prima volta, nonostante ne abbia bevuto una dose decisamente superiore alla mia media, mi manca. Cioè devo frenarmi per non finire la bottiglia.
io conosco anche quella cantina, ma non mi pare di aver mai assaggiato un vino così: ricordo un ottimo traminer, per esempio, ma non mi pare che tu lo abbia descritto come traminer
Hai ragione, Ginevra Mancuso, ma il problema è che, gustandolo, studiandolo, cercando di capirlo, ho avuto l'impressione tipica di quando vado a nord. Le aspettative vengono spiazzate dalla realtà, una realtà che spesso è più bella delle aspettative, benché molto diversa.
posso sbagliare, ma non sono convinta che si tratti di un vino di territorio. Vedremo cosa ci dirà il guru.. ma scommetterei che non un vino di tradizione e di territorio almeno per come lo hai descritto
Un gioco serissimo, accattivante, interessante. In un calice di vino, un territorio che si racconta.
Vediamo cosa dice il mio amico Fisar Milano Stefano Ferroni che questo vino lo conosce e che nei prossimi giorni lo presenterà a Taste of Milano
Tiziano Bianchi ci tiene sulle spine…
uhm…. sei davvero bravo Luca nel creare immagini seducenti attorno al vino: complimenti!
Invece questo è proprio bastardo. Seduce. Conquista. Affascina. Racconta un mondo.
E lo fa in maniera sottile, infingarda.
Però ora dovete svelare il mistero: perchè n vino così io non lo ricodo in cantina da Martinelli. e poi il gioco è bello se dura poco!
sono dell'idea che se un vino non è piacevole.. se non intriga….vale solo come oggetto di studio…ma non di piu. almeno secondo me il primo elemento di giudizio è la piacevolezza..poi dopo il rsto
Il fatto è che ero sicuro di trovarmi al cospetto di un prodotto interessante, da studiare e capire, ma che fosse così accattivante sinceramente non me lo aspettavo.
vedi che ti assumo a fare degustazioni…se vai avanti cosi..
Sotto alcuni aspetti, si arrotonda anche, mantenendo però le sue peculiarità. La cosa che mi preoccupa è che non riesco a staccarmi. Mai successo.
Seducente, seducente come una donna sensualissima e misteriosa.
Si apre. È come se diventasse più tridimensionale. Il dettaglio dei profumi e del gusto aumenta.
Paradossalmente, secondo me potrebbero aumentare i prezzi, perché spesso un prodotto viene percepito ancora più di nicchia se il prezzo è alto. Ma chiaramente si tratta di scelte aziendali.
coome cambia… con la temperatura in aumento?
Mi sembrava di aver riconosciuto il cartone: ciao albino ed eleonora. e allora complimenti anche per questo vino..visto i commenti di Luca Traversa e non aumentate troppo i prezzi!
Complimenti a Flavio Cristoforetti per questa idea, che mi sta convincendo in maniera pericolosa. Non è facile da parte mia lasciarmi andare alle passioni, invece mi sta veramente appassionando.
intanto vi presento l'enologo che ha seguito con la sua esperienza questa vinificazione…Flavio Cristoforetti…e comunque si Ginevra Mancuso la cantina è quella.
però mi sembrava si intuisse dal cartone…o sbaglio?
avevo svelato il nome della cantina: ma forse non velevate!
Una sorpresa. Se venisse prezzato di più, secondo me avrebbe ugualmente un ottimo mercato.
si infatti prima ti dicevo che si trattasicuramente di un vino marginale, di nicchia, che necessita di un po' di curiosità, seppure si poszioni ampiamente sotto i 10 euro
L'unica mia perplessità è che potrebbe non essere un vino per tutti. Richiede attenzione. Non ti sorprende con effetti speciali, ti sussurra. Devi starlo ad ascoltare.
Davvero, non è da me scomodare la retorica, quindi sono molto sincero. Mi sta catturando. Me lo aspettavo, ma non a questi livelli. Accidenti. Davvero interessante. Da scoprire.
però ora ci dovete dire cosa si tratta!
si…lascialo pure li.. senza preoccuparti … della temperatura..: comunque si…direi anche io che è un vino…femmina…una femmina un po' esoterica
Riguardo la temperatura, sono d'accordo. Adesso che saremo sui 8, massimo 10 gradi, è proprio l'ideale. Potrei prendere il termometro da vino, ma mi deconcentrerei. Non mi interessano i numeri ma le emozioni.
Essendo un bianco immagino sia molto giovane.
Che annata è?
2016, ha riposto un paio di mesi in bottiglia
e sul tempo come si comporta?
non c'è uno storico, quindi non so dire. ma a naso.. vista l'acidita.. credo si comporti abbastanza bene per qualche anno
QUESTO VINO È UNA DONNA.
Una Donna maiuscola.
Acidità elegante che ti porta al limite, senza sorpassarlo, di quel senso filibustiere di rinfrescante che ti frega. Lo ammetto, senza tanti giri di parole. Mi sta affascinando.
che si avvicina.. alla banana verde
si il naso è rassicurante… avvolgente.. in bocca… si spinge in un allungo verticale, bello acido. un acidità secondo me elegante ma significativa
Sì. Il naso è soddisfatto, si sente gratificato da qualcosa che conosce. Poi viene sorpreso dal gusto.
il naso all'inizio secondo me è quello di petali di rosa del Moscato, poi si estende sulle note agrumate e un po esotiche tipo papaya
Tiziano, in queste prime provvisorie impressioni mi sento di proporlo come vino effettivamente per nulla popolare. Chi si approccia, a livello popolare, ad un bianco, si aspetta qualcosa di diverso. Un vino di pronta beva. Questo è un gran figlio di buona donna. È un vino che diventa protagonista, ti illude di essere addomesticabile ma prende lui il sopravvento.
Il profumo al calice è tipico di un bianco famoso, o meglio di un vitigno famoso, che al momento non riesco però a fotografare bene, complice la mia poca competenza ma soprattutto la mia scarsissima memoria. Ma è un profumo inconfondibile che sa di déjà vu, poi il gusto ti sorprende portandoti su altre strade.
Bevendolo, ti aspetti di trovare delle cose che invece non trovi, ma ne trovi altre ancora più interessanti. Non so come spiegarmi. Ho l'impressione che riesca a parlare benissimo del territorio. È come il Nord, ti aspetti una cosa, invece ne trovi altre.
Ma il retrogusto è una rivelazione. Delicato, sottile, ma persistente, quasi un effetto memoria.
È strano come riesca ad essere così rotondo, senza "punte" estreme organolettiche, pur sembrando di primo acchito così eterogeneo fra profumo e gusto.
mi sembra una bella descrizione.. che coglie nel segno… il profilo di questo vino
Corpo molto leggero, delicata boccata acidula al primo sorso che lo rende rinfrescante, retrogusto che non te lo aspetti ma arriva, arriva ed è anche serio. Un vino strano. Colori, profumi e gusto ti tradiscono tutti e tre, cioè sembra che ti aspetti una cosa, e invece ne scopri un'altra.
Molto interessante. Lo sto studiando.
Il profumo non so se definirlo più fruttato o floreale, sta di fatto che è meraviglioso.
Perfetto: PROCEDIAMO.
direi che va bene da frigo ma poi una volta uscito senza glacette… in modo che si ambienti a temperatura 10 /12 … poio oddio dipende.. quanto lasci li la bottiglia…ma…per una egu…corretta eviterei troppo freddo… il freddo nasconde tutto…appiattisce…anche i difetti
concordo!
A proposito, un dato tecnico mi serve: a che temperatura? Dici che "da frigo" va bene, o va un tantinello lasciato ambientarsi? (il che fondamentalmente significa: usare o non usare la glacètte)
😀 😀 😀 E questo è anche vero! E' che io sono poco poetico. Cerco di essere ETICO, almeno quello.
Insomma, son UN PO' ETICO.
l'alfabeto…. giusto… uccide.. la poesia… e anche il vino…Luca!
ahhhhh proprio vero: anch'io detesto le degustazioni tecniche. e quando parlo di vino cerco i farlo in modo disinvolto e leggero.
Certo, pur non avendo io l'alfabeto corretto della degustazione – non so se ho reso l'idea.
ma poi, Luca ci racconti le tue sensazioni e fai delle note?
si vediamo che effetto fa…in realta mi interessava il tuo giudizio non in quanto consumatore popolare, ma in qualita di consumatore non abituato allo spettro delle sensazioni organolettiche di questa varieta
Esatto Tiziano, ovviamente la fascia di prezzo la fa da padrone nella scelta del consumatore, quindi potrebbe portare una "nicchia di produzione", o anche una "nicchia di qualità", al palato del consumatore popolare, quello che tende a consumare vini "non premium".
in realtà questio vino.. invece è molto di nicchia…. almeno per ora.. anche se per fascia di prezzo tende a posizionarsi su una fascia popolare
No Ginevra, tra l'altro di vino non mi intendo: sono solo uno a cui piace bere bene, ma non sono un esperto. Proprio per questo, però, sono un "consumatore medio" – e visto che un vino come questo non si rivolge agli esperti ma ai consumatori "popolari", diciamo così, allora divento affidabile come degustatore proprio perché "non esperto", "non nicchia". 🙂
ah! adoro questo tipo di sfide: perché è proprio vero che si tende sempre a lasciarsi condizionare. Ma tu sei uno di Trentinowine?
Proprio perché è una "prova al buio", Ginevra: per evitare di essere condizionati dall'etichetta che, inevitabilmente, mi spronerebbe a fare ricerche sul web per capirne di più, "falsando" il risultato.
Sai, è come se ascoltassi un disco senza etichetta e senza copertina: se vedi che è di Gigi D'Alessio magari parti (giustamente!) prevenuta; così come, se invece si tratta di Paolo Conte, parti dal presupposto che sia sicuramente eccellente.
interessante, forse ho capito di quale cantina si tratta. ma non di quale vino. Come mai manca l'etichetta?
Proprio così, Annamaria Lubrano: son proprio mole diamantate. 🙂
Lo so, deformazione professionale :).
Uh, interessante questa cosa, Annamaria Lubrano: l'avevo intuito, proprio per aver specificato "mole".
Accanto al vino anche una mola di quel tipo ha un suo perché :).
TWINE TOWERS.
t.wine …. non ci avevo pensato… .bravo… luca
Questi sono i titoli che garbano a Paola Attanasio. 😀
E grazie, anzitutto, ad Albino Martinelli e a Tiziano Bianchi: un prodotto del territorio incontra un altro prodotto del territorio!
A Bari ….dal amico Luca Traversa
Grazie per aver soddisfatto la mia sana curiosità, sai ben che sono pugliese di origine.
In Puglia?
In quale città o paese?