Cosa ne pensano i negozianti dei Vini Naturali
Puzza o piace?
Quasi nessun altro argomento polarizza oggi il mondo del vino quanto il tema del Vino Naturale. In particolare due importanti questioni hanno acceso il dibattito. In primo luogo, che cos’è esattamente il Vino Naturale? In secondo luogo, come è la qualità di questi vini? Le opinioni dei negozianti differiscono notevolmente.
Maria Giancone
(traduzione di Angelo Rossi)
[CONTINUA#MERUM2017] – Vino Naturale è una terminologia non definita dalla legge, e già questo induce molti al sospetto. Lutz Heimrich del sito di vendita online Superiore.de di Coswig presso Dresda, non vorrebbe nemmeno proporre la tipologia Vino Naturale nel suo negozio, dal momento che per lui si tratta di gestire principalmente uno strumento di marketing: “Noi potremmo esitare oltre il 50 per cento della nostra gamma come prodotti comunemente intesi come vino naturale, tuttavia non lo facciamo perché il termine è ambiguo. Quindi nella commercializzazione dei vini dei nostri produttori non parliamo di Vino Naturale, ma ne sottolineiamo l’impegno nel lavoro di elaborazione e l’affermazione dell’azienda. Con ciò il consumatore si può fare un’idea più precisa del prodotto avendone anche chiare indicazioni su come è stato ottenuto, che non con questa nuova parola d’ordine. Dopo tutto il vino è un prodotto naturale che viene dalle mani del viticoltore, e secondo me deve anche essere così, e per questo nessuno dovrebbe permettersi di aggiungere nuove terminologie che suonano vuote”.
Verena Oleksyn, marketing manager di Vinaturel e organizzatrice della manifestazione “501 Bio-Dyn” che si terrà per la prima volta nel maggio 2017 a Monaco di Baviera, non vede problemi per la mancanza di definizione ufficiale, ma auspica che ognuno definisca il Vino Naturale individualmente. “Per poter rispondere correttamente alle domande sul Vino Naturale, bisogna prima di tutto scollegarsi dal proprio concetto di vino naturale. Per vino naturale si intendono, ad esempio, i vini biodinamici? Ma allora esistono anche produttori di vini naturali che non impiegano preparati biodinamici e fanno ciò nonostante vini naturali. Ci sono poi vini biologico-organici che forse non sono Vini Naturali, e Vini Naturali non sono necessariamente gli Orange”(vini bianchi macerati sulle bucce, n.d.t.).
La maggioranza delle persone nell’area di lingua tedesca per “vino naturale” intende vini rossi e bianchi prodotti in cantina con il minimo di intervento umano, con poca o addirittura senza aggiunta di solforosa, fermentati spontaneamente e non filtrati, compresi i mosti bianchi dei cosiddetti vini Orange.
La seconda grande discussione sul tema dei Vini Naturali ruota proprio attorno a questi vini accattivanti da quando i critici li hanno definiti come difettosi e non … potabili, come ad esempio l’enotecario svizzero Gianni Vergani che li bolla come ossidati, con odori sgradevoli, ammuffiti, con difettosi toni di lievito. Per gli amanti dei Vini Naturali siffatti vini non sono difettosi, ma benedetti.
Per Holger Schwarz, proprietario dell’enoteca Viniculture in Berlino, questi Vini Naturali si caratterizzano per la loro stravaganza di gusto e originalità. Per lui e per i suoi collaboratori per un Vino Naturale è importante che si faccia notare e che si gusti per il fatto che non sia stato solforato. Dato che il vino non è stato filtrato o chiarificato, si presenta leggermente torbido. “C’è la sua struttura che può essere goduta. In realtà stiamo cercando i suoi valori intrinseci, a seconda di costituenti e substrati trasmessi dal frutto convenzionale che altrimenti rimarrebbero in ombra. Apparentemente sono note più complesse, di lievito, di conservazione, di macerazione alcolica – soprattutto per i bianchi. Una caratteristica particolare è la sua struttura in bocca, minore l’impressione al naso, ma piuttosto è ciò che accade in bocca e che lì perdura ad essere spesso sorprendente. E’un fatto di sentori, di sensibilità della lingua, di tannini ed enzimi che ovviamente devono esserci , che sembrano meno affascinanti, ma che sono da esplorare. Essi sono forse in un primo momento un po’ scarni, ma puri, non artefatti e che lasciano ben differenti sensazioni al palato”.
Anche Helga Hedewig e Walter Zimmermann dell’enoteca Walter e Benjamin a Monaco di Baviera usano per le caratteristiche sensoriali dei loro Vini Naturali parole che non si trovano nella descrizione dei vini convenzionali: “I Vini Naturali sono vini vibranti di vitalità, piuttosto freschi e sottili rispetto ai grassi, le cui mineralità solleticano il palato e ballano sulla lingua. Minori o appena percepibili i fruttati primari, esprimono la loro consistenza in equilibrio tra frutta e spezie”.
Peter Dipoli è enotecario e viticoltore in Alto Adige e non è un sostenitore di vino naturale. “Se un Vino Naturale è privo di difetti, allora è certamente migliore di un vino tradizionale, ma è molto difficile trovare Vini Naturali senza errori. In generale, hanno tutti lo stesso sapore e l’origine è molto difficile da individuare. Si vende più una storia, una filosofia, un modo di vivere, che non un buon prodotto. Si tratta di un metodo che permette di ottenere, fermentando uve bianche sulla vinaccia, tonalità ossidative dalla buccia e sviluppare sentori poco simpatici”. I produttori di Vino Naturale sono spesso degli opportunisti, così Dipoli. “Conosco viticoltori naturali italiani che sono attori, che si vendono con il loro prodotto a persone che si eccitano davanti a loro. Ma l’entusiasmo viene da atteggiamenti e convinzioni di questi produttori che poi sono in grado di trasmetterli. Anche altri produttori hanno forse questo atteggiamento, ma sono più modesti senza spingersi così alla ribalta”.
Per Verena Oleksyn un Vino Naturale eccezionale è prodotto dell’enologia di eccellenza che solo pochi, molto dotati, per lo più viticoltori certificati come biodinamici, sono in grado di produrre. “Purtroppo, su questo treno del Vino Naturale sono saliti subito molti opportunisti che però non sono stati in grado di assicurare un Vino Naturale ben fatto, e quindi sul mercato non sono molti i buoni vini venduti semplicemente come Vino Naturale. Di conseguenza è nata poi la cattiva reputazione che i Vini Naturali siano torbidi e che debbano avere un sapore un po’ strano”. Secondo Oleksyn si trovano buoni Vini Naturali nei ristoranti di lusso e su segnalazione di rinomati creatori d’opinione come Robert Parker. “Le migliori recensioni, come ad esempio il 100 punti del Brunello di Pian dell’Orino, stanno lentamente sfilandosi dai Vini Naturali”.
Holger Schwarz vede i clienti del Vino Naturale a Berlino come un nuovo modo di far crescere i consumatori di vino. “I bevitori di Vino Naturale sono per lo più giovani, soprattutto donne. A costoro il vino convenzionale così com’era e in gran parte ancora è, non è mai piaciuto comunque. Posso ben immaginare che i Vini Naturali attirino molte delle più giovani donne perché non se ne intendono ancora abbastanza – come dicono soprattutto i maschi – e che quindi hanno minori inibizioni nell’approccio con disincanto al tema”. I nuovi consumatori però non fremono per gli acquisti. Un negozio che vendesse solo Vino Naturale non sarebbe in grado di sopravvivere, dice Schwarz. “Il tipico comportamento del consumatore – mi piace un vino e poi lo bevo regolarmente a casa – per i giovani consumatori non è più dato. Vino Naturale è appunto un prodotto di tendenza, almeno nelle grandi città, e in questi contesti vale lo spirito di aggregazione o la predisposizione a eventi con conseguente disponibilità a parteciparvi, ma ciò non assicura necessariamente un futuro acquisto. Per noi commercianti tutto ciò è ovviamente pesante. Purtroppo, la copertura mediatica sui Vini Naturali non ha dato alcun grande impulso all’acquisto.” Hedewig e Zimmermann lo confermano: “In Germania, nonostante tutte le ipotetiche montature a Berlino, i Vini Naturali resteranno relegati ancora a lungo in una nicchia”.
I dettaglianti intervistati non sono d’accordo, né sulla definizione del termine Vino Naturale, né sulla qualità dei vini. Solo su una cosa sono tutti d’accordo: il Vino Naturale è un prodotto di nicchia e tale resterà.
[VERSIONE ORIGINALE IN TEDESCO: 6 – 7 ]
Enologo, direttore del Comitato Vitivinicolo Trentino fra gli anni Settanta, Ottanta e Novanta, già membro del CdA Fem e vicepresidente di UDIAS, l’associazione degli studenti di San Michele, ed ex capitolare della Confraternita della Vite e del Vino di Trento. Largo ai giovani.