[ Post originale su FormaVino ] – Interessante pomeriggio in compagnia di Lorenzo Tomazzoli enologo della Cantina di Toblino, a parlare della cantina, dalla produzione ai soci passando per la sua storia.
Nel 1540 circa, la popolazione di Calavino, Lasino e Madruzzo decise di cedere gratuitamente un’ampia zona paludosa, soggetta a frequenti inondazioni sia dal fiume Sarca che dal lago di Toblino, alla famiglia nobile Madruzzo, l’unica con le possibilità economiche necessarie per bonificarla. La zona è quella dove ora sorge il paese di Sarche, compresa la cantina e i vigneti adiacenti. Questa mi ricorda un po’ la Piana Rotaliana: il fiume che scende dalla valle e con i suoi straripamenti riempie il fondovalle, il vento fresco da nord e le montagne attorno, una piana con il vento caldo che sale da sud. Questa è la zona della Nosiola, del Rebo vitigno che qui ha quasi sostituito la Schiava, creato da un agronomo di Padergnone, Rebo Rigotti incrociando il Merlot con il Teroldego, ma anche del Merlot. La produzione dei vini rossi però si ferma a circa il 23% contro il 77% di vini bianchi, provenienti anche da zone più alte come il Bleggio, la Valle del Chiese e la zona di Stenico e Banale, ideali per vitigni come il Kerner e il Mùller, anche se a Toblino la regina dei bianchi è la Nosiola autoctono vinificato sia secco (normale, cru o con surmaturazione) che, dopo appassimento, come Vino Santo Trentino Doc piccola eccellenza trentina, purtroppo poco conosciuto e commercialmente oscurato da un più “fortunato” vino santo liquoroso che poco ha a che vedere con questa chicca.
Altra varietà che Rigotti creò e che finora io ho visto solo in questa cantina, è il Goldtraminer incrocio di Trebbiano con il Traminer che la cantina Toblino usa per produrre un vino dolce a vendemmia tardiva.
Le selezioni della cantina:
Largiller da Nosiola coltivata nel cru più vocato,
L’Ora sempre da Nosiola in surmaturazione fermentata e affinata in tonneaux di legno,
eLimarò da uva Rebo in surmaturazione in pianta,fermentato in tini e affinato per circa 2 anni in legno.
Vino Santo già citato sopra da uve Nosiola appassite fino alla settimana santa (per 6/7 mesi) ottenendo circa 20 litri ogni 100 kg di uva. Vino che invecchia tantissimi anni.
La filosofia della cantina è bio per la produzione in vigna, attenzione anche in cantina con la vinificazione di una linea bio, i prodotti si trovano solo al punto vendita, nelle enoteche e nel canale ho.re.ca.
Cantina in leggera e continua crescita che passa da un fatturato di 9,81mln € nel 2004 a 11,43mln € nel 2015, i soci da 553 a 614 qui la fonte.
Il 20% circa dell’uva conferita va a Ferrari, il 20% circa nella vendita diretta, il resto 60% a Cavit.
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Sono sommelier e degustatrice AIS (Associazione Italiana Sommelier), maestra assaggiatrice ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi), sono affascinata principalmente dal mondo del vino e poi da tutto il cibo più in generale. Faccio consulenza come sommelier e organizzo degustazioni.
Curo personalmente un blog FormaVino dove trascrivo i miei appunti, principalmente delle visite e delle degustazioni che faccio, per dare modo anche ad altre persone di attingere alle mie informazioni e far conoscere questo meraviglioso mondo.
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