Festa dell’uva numero sessanta: un successo confermato
Oltre 20.000 i visitatori per questa edizione
di diamante della storica Festa dell’Uva.
Tra i carri ha trionfato “Arcano 60: l’evoluzione”
Il mito del vino e della vendemmia non invecchia mai: è quello che dimostra il successo ottenuto anche quest’anno dalla Festa dell’Uva di Verla di Giovo, kermesse di tre giorni dedicata alla vendemmia e all’enogastronomia che quest’anno ha festeggiato il 60° compleanno e per l’occasione ha superato i 20.000 visitatori, confermandosi uno degli eventi principali dell’autunno trentino.
Migliaia di persone sono accorse per prendere parte alla tre giorni di eventi, che ha trovato il suo culmine nella spettacolare sfilata dei carri allegorici, in cui i cittadini di Giovo riconfermano con orgoglio le loro tradizioni e loro appartenenza al loro peculiare territorio votato all’enologia.
Ieri pomeriggio il momento più atteso, quello dell’assegnazione dell’agognato trofeo dei carri: la coppa è andata al carro “Arcano 60: l’evoluzione”, del gruppo degli Sprizoni, vincitori anche lo scorso anno. Sei i carri in gara, tutti dedicati al tema dell’uva intesa come motore di crescita sociale e come elemento identitario forte per la comunità, tra riferimenti all’arte, alla storia, alla politica e all’integrazione Europea. Encomiabili, come ogni anno, la fantasia e l’abilità artigiana dimostrata dai gruppi allestitori, che ad ogni edizione rendono i carri più elaborati e che curano con estrema attenzione ogni minimo particolare del carro, dei costumi e del trucco dei tanti figuranti coinvolti.
La soddisfazione è grande per la Pro Loco di Giovo, organizzatrice dell’evento insieme ad un team di oltre 400 volontari e con il supporto della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino nell’ambito del coordinamento delle manifestazioni enologiche provinciali: “Quello che rende possibile la Festa è il volontariato” nota Cesare Pellegrini, presidente della Pro Loco “Se non ci fossero le tantissime persone coinvolte ogni anno, sarebbe impensabile organizzare un evento di queste dimensioni.” Volontariato che qui si mostra nel suo lato migliore, quello capace cioè di coniugare una finalità sociale (l’evento diventa un collante per tutta la comunità di Verla di Giovo, che si riunisce per tutto l’anno per organizzarlo) con una ricaduta positiva in senso turistico per tutto il territorio. La Festa dell’Uva riesce infatti a richiamare anche molti ospiti da fuori regione, attirati dalla specificità dell’evento e dal suo carattere tradizionale ed autentico di festa nata “dal basso”.
L’euforia della giornata di ieri è stata costante, come anche nelle giornate di venerdì e soprattutto di sabato, quando un flusso costante di visitatori ha letteralmente invaso il piccolo centro del paese di Verla, che ha accolto gli ospiti tra le braccia pergolate del suo Villaggio Centrale. La cucina tipica offerta negli ambienti tradizionali della vita contadina ha riscosso grande successo, come anche molti degli spettacoli musicali, tra tutti il concerto degli Iron Mais che ha fatto scatenare una piazza gremita. Ottimi risultati anche per le manifestazioni sportive collegate alla Festa, la Gibostorica (il cui padrino è Gilberto Simoni) e la Marcia dell’Uva.
Gli stand dedicati alle degustazioni, curati da produttori e cantine locali, con la collaborazione della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, hanno visto premiata la qualità della loro proposta: la Piazzetta dei Produttori, #Tasto_dentro e Alla corte di Bacco, sono stati infatti decisamente apprezzati, con moltissimi ospiti durante tutte e tre le giornate di apertura.
I sessant’anni d’età non spengono la passione e l’entusiasmo insiti nel DNA della Festa dell’Uva di Verla di Giovo. Anzi, la ricchezza che le viene dalla sua lunga tradizione permette ogni anno agli organizzatori di trovare nuovi significati e nuove sfide, ma sopratutto di ottenere il risultato più importante: quello di unire un intero paese intorno ad una tradizione antica mantenendola sempre viva.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.