Uno Champagne può avere tre fascine diverse plenitudes, ovvero tre fascine temporali in cui si trova nella sua massima fascia espressiva
Chef de cave Richard Geoffry
Dom Perignon P2 1998. Passa 15 anni sui lieviti più uno in bottiglia almeno, 55% chardonnay e 45% Pinot nero. In principio fu chiamato Oenothéque e creato solo nelle annate speciali, oggi ha il nome di P2. Al naso esplode in sentori di pasticceria delicata, frutta tropicale e agrumata, caramella mou, frutta secca su cui spicca una delicata mandorla e soffi di spezie orientali. In bocca ricco e complesso con una progressione millimetrica e scandita al secondo. Una bottiglia ultra HD.
Musica di sottofondo: Queen, Bohemian Rhapsody

“Un vino è eccezionale, quando ci si siede in poltrona, si degusta, si chiudono gli occhi e si vede l’immenso” G. Tachis
Il sommelier, nella mia visione, è un appassionato di vino che dopo aver degustato tanti vini si trova ad un bivio, innanzi a lui, tre strade: “me la tiro” ossia presunzione di sapere tutto, “ingessatura” degustare e valorizzare solo vini blasonati e “continuo a cercare” per conoscere sempre più. Io ho scelto di appartenere alla terza via. All’età di ventun’anni ho avuto, in un giorno di settembre, una folgorazione, inaspettata, davanti ad un calice di vino che mi ha aperto un nuovo immaginario, emozioni a me sconosciute. Ho scoperto che una bottiglia è la sintesi di un perfetto equilibrio fra natura, mano dell’uomo, tecnologia e storia vitivinicola. L’essenza della degustazione diventa espressione di questa conoscenza, creatrice di armonia. Il vino ha la capacità di rendere gli uomini tutti uguali e al pari quando si trovano davanti ad una buona bottiglia da degustare insieme. A volte è proprio il vino che crea questa magia e li rende anche migliori….prosit!!
Raffaele Fischetti – Presidente FIS – Fondazione Italiana Sommelier del Trentino Alto Adige