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Per me l’errore è uno. Ognuno faccia il vino come cavolo gli pare, entro i limiti di legge, ma la parola naturale è ambigua e fuorviante. In natura e per natura la vite pensa esclusivamente a procreare. A fare semi. Ogni tanto al massimo troviamo dell’acido acetico e tante belle muffe, alcune persino poco sane i grappoli completamente marci. Per me bisognerebbe vietare l’utilizzo di tale parola per qualsiasi vino.
Per il proletariato evoluto.
Ti dedico il vino della sera. 8 euro da Lidl.
Preparati piuttosto per il 9
Lo so che tu preferiresti tenerlo al riparo da certe pericolose tentazioni
sta tranquillo….companero carrillo che anche i figli del popolo contadino e operaio…hanno avuto modo di coltivare qualche studio classico. mentre altri si lasciavano andare alle laudazioni del vino classista delle e per le classi dominanti
companero carrillo….ti ho promesso che mi tuffo su aristotele e hegel ..non sul bignamino digitale di wikipedia…
Piu che incertezza confusione. Molta confusione
io non ho mai parlato di aceto. dico solo che è evidente la forzatura nel considerare naturale qualcosa che ha a che fare comunque con l'azione storica dell'uomo. Del resto sono un marxista positivista e non un naturalista. Altra questionec è quella dell'etica, che continuo, permettermi, a considerare una cosa seria. <Troppo seria per essere piegata a strmento di matprketing. Ma ne abbiamo discusso mille volte. E se devo dirlo, trovo molto più etico un vin.lo come il casteller che un vino come il granato. Se proprio mi spingi a parlare di etica.
Etica (termine derivante dal greco antico ἔθος (o ἦθος)[1], èthos, “carattere”, “comportamento”, “costume”, “consuetudine”) è una branca della filosofia che studia i fondamenti razionali che permettono di assegnare ai comportamenti umani uno status deontologico, ovvero distinguerli in buoni, giusti, leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti ingiusti, illeciti, sconvenienti o cattivi secondo un ideale modello comportamentale (ad esempio una data morale). Mi sembra una definizione in cui rientrano anche scelte di agricoltura pulita e sistenibile o di produzione di vini conseguenti.
Eppure come vedi Angelo è sempre un discorso che divide, sai cosa penso io dei vini Foradori, eppure anche tra gli addetti ai lavori questa incertezza è palpabile
Era per rendere più accessibile a voi del popolo il concetto
basta gigioneggiarie companero carrillo…lasciami studiare..e non interrompermi… voglio riscattarmi…per potermi aavvicianre consapevolmente al “vino e al cibo” etico…. (prometto che entro lunedi sarò all’altezza)
mi presenterò con l’etica nicomachea mandata a memoria.
ora faccioa una seduta spiritica e chiedo a kant…se è abbastnaza etico…
Bisognerà dirlo a persone come Elisabetta Foradori che fanno aceto e non vino. E che la sua scelta che le ha fatto perdere decine di clienti non ha a che fare con l’etica. Mah
io non ho mai parlato di aceto. dico solo che è evidente la forzatura nel considerare naturale qualcosa che ha a che fare comunque con l’azione storica dell’uomo. Del resto sono un marxista positivista e non un naturalista. Altra questionec è quella dell’etica, che continuo, permettermi, a considerare una cosa seria.
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Devi motivare questa affermazione però
Anche perché se non è dovuta a ragioni etiche stravolgere un vino di successo per una convinzione di rigore personale allora dobbiamo riscrivere la definizione di etica.
le ragioni etiche che inducono ad una scelta sono un conto. l’attribuzione di valori etici ad un vino. sono altro. comunque adesso riprendo in mano aristotele ed hegel…e cerco di approfondire. se non altro per potermi sentire all’altezza di bere un vino di elisabetta e di strutturare una relazione dialogica con te.
Per un approfondimento ti segnalo questo link alla traduzione in italiano pubblicata su Twins e territorio cheresiste di un reportage sui vini naturali pubblicata sulla rivista in lingua tedesca MERUM http://www.trentinowine.info/tag/merum2017/
Per un approfondimento ti segnalo questo link alla traduzione in italiano pubblicata su Twins e territorio cheresiste di un reportage sui vini naturali pubblicata sulla rivista in lingua tedesca MERUM http://www.trentinowine.info/tag/merum2017/
Tecnicamente credo che il concetto di vino naturale sia un ossimoro. Poi ne capisco il senso come semplificazione concettuale per indicare un percorso estremo di riduzione della componente artificiale e di sintesi nel vino. E ne capisco anche il senso dal punto di vista del marketing, che non sottovaluterei. Provo invece un senso di ripugnanza quando questo concetto viene caricato di valori etici e salutistici.
Tiziano tu che ne pensi?