Ha scelto l’agenzia stampa specializzata Wine News, il presidente dell’Istituto Trento Doc, Enrico Zanoni, per illustrare valori e volumi della denominazione spumantistica trentina nel 2016. Bisogna comunque premettere che i numeri sono frutto dell’elaborazione delle autocertificazioni volontarie dei produttori, mentre quelli garantiti dall’ente di controllo terzo, Camera di Commercio di Trento, non sono ancora stati divulgati.
Ad ogni modo, anche nel 2016, la denominazione, almeno stando alle dichiarazioni fornite dai produttori, appare in buona salute. E in irresistibile crescita.
Otto milioni le bottiglie vendute: 700 mila in più rispetto all’anno precedente (+ 10 %). Ancora più performativi i dati sul valore: 90 milioni di fatturato: + 14 % sul 2015. Export ricco e abbondante (almeno per un metodo classico): 20 %.
Buone notizie, insomma, dall’arcipelago delle 50 maison spumantistiche trentine. Soprattutto sul versante dei valori. I numeri snocciolati dal presidente Zanoni infatti consolidano la posizione del TRENTO, a circa 15 euro litro, accanto alle più prestigiose denominazioni nazionali.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.