Credo non siano molti i giocatori di Golf che seguono TERRITORIOCHERESISTE, eppure non trovo fuori luogo che gli appassionati al blog conoscano qualcosa di più di questa disciplina, anche solo per sapersi orientare meglio su un tema che in questi giorni è, come si dice, assurto all’onore delle cronache locali. Mi riferisco alla decisione del Comune di Rovereto di investire un paio di milioni di euro per fare un Campo da Golf in un’area dismessa ai Lavini di Marco e alla puntuale conseguente caciara politica dove i roveretani sono maestri. Nel farsi del male.
Premessa: una delle mille battute che girano attorno ai golfisti dice che non occorre essere idioti per giocare a Golf, ma aiuta. E non è solo l’autoironia a far parte del discorso se è vero che il Golf è l’unico terreno sul quale all’epoca uscirono ridimensionati i due Bill più potenti di sempre: Clinton presidente USA e Gates il più ricco del mondo. Questo per dire che prima di giocare contro qualcuno bisogna essere in grado di dominare se stessi altrimenti la colpa di un tiro sbagliato sarà sempre del campo o della pallina.
Detto ciò può essere interessante aprire un dibattito su questa disciplina e sull’opportunità di ampliarla in Trentino. Come amante del territorio, tecnico agricolo e golfista sono parte in causa, ma per discutere della materia qualche cosina bisogna saperla, altrimenti restiamo a demagogia e mistificazione. Importante è rendersi conto che un campo di Golf è a tutti gli effetti un’azienda agricola, che occupa abbellendolo un territorio solitamente marginale per produrre qualcosa da vendere a consumatori: invece di mele o vino, vende servizi ludico-sportivi. Come per tutte le aziende moderne anche creazione e gestione si sono razionalizzate: oggi un campo da Golf consuma meno acqua, concimi, diserbanti e antiparassitari di un’azienda tradizionale e fallisce se non gestita correttamente. I costi per il golfista sono analoghi a quelli dello sciatore, ma un campo da Golf costa meno di un impianto di risalita e in proporzione meno di un campo da calcio, è praticabile a seconda dell’altitudine e della vicinanza ai potenziali utilizzatori. Diversamente che da noi, nel mondo non è più considerato sport elitario ed è praticato da bambini non meno che da anziani, con un minimo di etichetta e di regole che di questi tempi potrebbe tornar utile. Questo per sfatare un po’ di miti. Che poi il Trentino turistico non sia vissuto a livello nazionale e internazionale come meta golfistica lo dobbiamo alla nostra miopia, a partire dallo sciagurato referendum di Dro che seppellì anni fa l’ipotesi del più affascinante Golf di tutto l’arco alpino, alle Marocche. Fruibile tutto l’anno. Ora l’idea del campo roccioso ai Lavini registra già una levata di scudi che non commento, ma mi piacerebbe accompagnare i detrattori a Lana, periferia di Merano dove hanno spiantato un prezioso frutteto per farci un Golf (*), o sul Garda veronese/bresciano per capire come si può allungare la stagione, per la gioia dell’indotto.
(*) Mi dicono che a Lana il Club paghi al proprietario 200 mila € d’affitto annuo, ma che con 31 mila fra ospiti (stranieri) e soci paganti ci guadagnino pure. Provare per credere. Magari i Lavini non sono la location più adatta, ma prima di buttare il Golf roveretano anche fuori dalle ortiche, ci penserei due volte.
Enologo, direttore del Comitato Vitivinicolo Trentino fra gli anni Settanta, Ottanta e Novanta, già membro del CdA Fem e vicepresidente di UDIAS, l’associazione degli studenti di San Michele, ed ex capitolare della Confraternita della Vite e del Vino di Trento. Largo ai giovani.
Egregio Signore,
non La conosco ma spero in futuro di incontrarLa sui green (non penso in quel di Rovereto) quanto meno per ringraziarLa per questo intervento. Qualcuno dice che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Condivido tutto ciò che ha scritto e potrei aggiungere mille altri argomenti, altrettanto incisivi, ma temo che non porterebbero alcun contributo alla causa. Ha detto benissimo: si tratta solo di demagogia e mistificazione. Le contestazioni provengono sempre e solo da quelle “opposizioni” che hanno semplicemente adottato il principio del “no” a prescindere (spesso senza cognizione di causa). Purtroppo quelle persone rappresentano anche i cittadini che non li hanno votati. Ciò detto spero tanto che chi ha promosso l’iniziativa trovi il coraggio di condurla fino in fondo per coerenza e convinzione. Ho comunque la netta impressione che i golfisti dovranno continuare ad rimpinguare le casse di quelle regioni che non beneficiando di uno statuto speciale si impegnano per creare ricchezza, sfruttando le proprie risorse, slavaguardano anche il territorio. Mi permetto infine di proporre soltanto alcuni “numeri”: il Golf è lo sport (forse meglio definirlo gioco) più praticato al mondo (80 milioni di persone); possono giocare tutti, bambini, donne ed anziani; si impara il rispetto delle regole ed avere fiducia degli altri considerato che ognuno è arbitro di sé stesso. Buon gioco a tutti. Stefano
Caro Stefano (fra golfisti ci si dà del tu),
sappiamo che il referendum è cosa delicata cui si dovrebbe ricorrere – con buona pace degli svizzerotti – per questioni serie, etico-morali, dove anche i partiti rischiano di dividersi al loro interno. Non è il caso del Golf e il demagogico referendum di Dro lo ha ampiamente dimostrato. Spero pertanto che a Rovereto prevalga il buon senso, non foss’altro che per risparmiare denaro pubblico e tempo ai cittadini. Gli amministratori del resto, sono stati eletti per amministrare e allora amministrino, rigettando anche le provocazioni.
Detto ciò, credo anche che i golfisti trentini – per tante ragioni – dovrebbero uscire allo scoperto per divulgare più e meglio questa disciplina, invece di starsene rintanati godendo dell’immagine ancora elitaria che permea questo sport. Una sensazione questa, provata anche al mio Club di Roncegno, dove pure fra notevoli difficoltà si stanno completando 3 buche per giungere alle fatidiche 9 con enti e amministrazioni che lentamente hanno capito che il Golf è un’opportunità anche per i non giocatori. Vuoi mettere una discarica al confronto di un green?
In 25′ da Trento, Roncegno sarà così il più fruibile Campo del Trentino e spero che ci si veda lì, da Pasqua in poi!
Bravo Angelo !
come sempre chiarissimo.
Basta litigare …vallagarinensi (si dice cosi ?)