Non solo Riesling…
Un sorprendente viaggio nella Germania del Vino (serata FISAR)
Sommelier. Allievi sommelier, docenti sommelier, sommelier già diplomati. La compagna di un allievo sommelier, che so essere non appassionata particolarmente di vino, presente per amore. O per gelosia. Almeno la metà dei presenti all’evento organizzato dalla FISAR Milano e dal German Wine Institute sono loro, i sommelier. Poi, qualche operatore del settore.
Evidentemente, i vini tedeschi attirano l’interesse degli addetti ai lavori ma colpiscono un po’ meno la fantasia del grande pubblico, che non sa cosa si perde.
Steffen Schindler, del Deutsches Weininstitut, racconta di come stia cambiando la viticoltura in Germania.
Il cambiamento climatico, dice, in Germania è una realtà (“se mr. Trump non ci crede, dovrebbe venire nei nostri vigneti”). Da piccolo, racconta, spesso non vedeva arrivare le uve a maturazione; ora arrivano sempre a maturazione piena e ben ricche.
Per il 2040, il Deutsches Weininstitut prevede che in Germania sarà possibile coltivare quelle uve che oggi vengono coltivate nelle regioni del sud. Aspettiamoci una Grenache tedesca, insomma. E per allevare la Müller-Thurgau ci si dovrà trasferire dalle parti di Amburgo.
Per il momento, però, questi sconvolgimenti non sono così vicini e la Germania rimane il più grande produttore di Riesling al mondo.
La Germania conta 13 regioni produttrici di vino, per la maggior parte nel Sud e nell’Ovest del Paese, fatta eccezione per la regione della Saale-Unstrut vicino a Lipsia, dove il clima freddo conferisce molta freschezza ai vini bianchi.
Per la degustazione di stasera si parte con i vini rossi, poi con quelli bianchi e poi con i vini dolci. La sequenza appare curiosa, ma secondo Schindler ha il vantaggio di consentire il confronto tra i vini bianchi secchi e quelli dolci.
Il primo vino arriva dal Pfalz (Palatinato), una regione al confine con l’Alsazia francese: non c’è discontinuità tra l’enogastronomia alsaziana e quella del Palatinato, dice Schindler. Le foto documentano una regione del clima mite, con i mandorli in fiore.
In questa regione, la più grande produttrice di Riesling di tutta la Germania, trent’anni fa c’erano solo vini di qualità non eccelsa. Poi, per iniziativa di cinque amici che cominciarono a studiare enologia in Francia e nel mondo, si cominciarono a produrre vini di alta qualità.
Il primo vino arriva per l’appunto da una cantina fondata da uno di questi cinque amici. È il 2012 Spätburgunder “B” Trocken della cantina Friedrich Becker. Si tratta di un Pinot Nero (Spätburgunder o Blauburgunder in tedesco) che viene allevato su suolo calcareo. Ha profumi di frutto quasi dolce, mirtillo, vaniglia. Elegante al naso, rimane l’eleganza anche in bocca e si avverte un tannino gentile. Emerge qualche sentore di tabacco. Potrebbe vantaggiosamente invecchiare un altro paio d’anni.
A seguire, il 2011 Spätburgunder Muggardt Trocken. Questo secondo vino proviene dal Baden, la regione più calda della Germania. Qui, al naso una nota fruttata prevale sulle spezie. Il tannino è più delicato rispetto al vino precedente, più fine, maturo. Il vino è più rotondo e più armonico. Presenta una bella sapidità.
Il terzo vino, proveniente dal Württemberg, è un Lemberger: si tratta di una varietà autoctona tedesca, di origine slovena, con note speziate tipiche.
Il 2012 Lemberger Trocken Nordheimer Heuchelberg ha maggior corpo rispetto ai primi due vini. Al naso offre profumi di mirtillo, di sambuco; si sente meno il legno. È elegante in bocca, quasi masticabile. Il sorso è pieno, caldo, strutturato, equilibrato, molto morbido. “Sembra un po’ il papà degli altri”, chiosa Gianni Longoni, delegato FISAR Milano.
Si passa ai vini bianchi; e si passa anche ad un’altra regione, il Rheinessen. Il quarto vino è il 2015 Müller-Thurgau trocken Hesslocker, una Müller-Thurgau allevata su una terra rossa, ricca di ferro. La resa è molto bassa e gli acini sono piccolissimi.
Lime, limone, minerale, un po’ di mela verde al naso. È fresco vivo, caldo ed equilibrato, con buona persistenza in bocca.
La Franconia è famosa anche per le sue tipiche, e poco pratiche, bottiglie, le Bocksbeutel panciute e basse. Terra di produzione del Silvaner, tradizionalmente abbinato agli asparagi, presenta svariati tipi di suolo molto diversi tra loro. Il panorama vinicolo è quindi molto variegato e i vini possono essere molto differenti tra loro.
Il 2016 Silvaner trocken viene prodotto tramite fermentazione spontanea di sei mesi sui lieviti. È molto complesso, con sentori di uva spina, fiori gialli, fieno, limone, eucalipto, roccia. In bocca è minerale, fruttato, fresco e sapido.
Il 2015 Weißer Burgunder „S“ trocken proviene dalla regione della Nahe. Anche in questa regione ci sono molti differenti tipi di suoli, perfino pietre preziose. Ha un colore molto chiaro. Al naso presenta profumi di fiori gialli, note speziate, erbe, miele, pesca, petali di rosa, pera, minerale. È un vino molto complesso, fresco, equilibrato.
Il 2015 Grauer Burgunder „Oktav” trocken proviene anch’esso dal Baden. Un bel Pinot grigio con sentori di pesca gialla, limone, banana non matura. In bocca ha un bel corpo, è caldo e rotondo. Si avverte un lieve pizzicore, è un vino leggermente petillant, direbbero i francesi. Secondo Schindler questa lieve quantità di anidride carbonica viene lasciata per aumentare la sensazione di freschezza del vino, cosa gradita ai consumatori tedeschi.
Il 2016 Riesling trocken arriva dal Rheinessen. Ha riflessi verdognoli nel colore. Profumo di agrumi, mapo in particolare; si avverte la mineralità ma non note di idrocarburo, almeno non ancora.
È un vino secco, ma i suoi 4,8 g di zuccheri residui per litro conferiscono una leggera nota dolce che si avverte in bocca. È fresco vivo, sapido, equilibrato, persistente. Un vino da pesce crudo, viene definito, con acidità ben integrata.
Il 2016 Riesling GG trocken Kirchberg della Mosella ha la qualificazione “GG”, “Großes Gewächs”, che per i vini tedeschi corrisponde al francese “Grand Cru”. Colore paglierino, note di agrumi, pesca gialla, fiori gialli, mela. La nota minerale è ben presente e qui si avverte tre il sentore di idrocarburi tipico del vitigno.
I Riesling della Mosella rispetto a quelli del Palatinato hanno in genere meno alcol ma una maggiore acidità. Il vino risulta sufficientemente equilibrato.
Per finire, i vini dolci.
I primi due in realtà sono vini amabili, ad essere precisi. Il 2016 Riesling Kabinett Lenchen ha note agrumate di pompelmo giallo, buccia di pompelmo. Poi note floreali e di idrocarburo. Rotondo in bocca, si percepisce la dolcezza, è sapido e fresco. Lascia in bocca persistenti note di cedro.
Il 2015 Gewürztraminer Spätlese Achkarrer Schloßberg ha un colore decisamente dorato. I profumi sono tipici: rosa carnosa, profumatissima, “di quelle che pungono un sacco” scherzano i relatori, lychees, mele. In bocca è morbido, di corpo ma un po’ meno rispetto a quanto ci si aspetterebbe, è abboccato, fresco vivo, sapido e persistente.
Infine, il 2012 Huxelrebe Beerenauslese Walsheimer Silberberg. Vino da accompagnare ai dolci o i formaggi. Sentori di albicocca disidratata, mango, fico secco, noci. Zafferano, ricorda quasi un Sauternes. E poi sentori balsamici. In bocca ha molto corpo, è equilibrato, presenta una buona acidità e un finale lungo. Una nota sul prezzo: € 10 per la bottiglia da 0,375.
Chiude la serata un rinfresco con stuzzichini e focacce e i vini della cantina Bibo Runge; mi preparo ad affrontare anche questi.
Segue la lista completa dei vini in degustazione, con i nomi delle cantine e le regioni di produzione:
1° FLIGHT: I ROSSI
Spätburgunder „B“ trocken 2012 della cantina Weingut Friedrich Becker (Rheinland-Pfalz – Renania Palatinato)
Spätburgunder Muggardt trocken 2011 della cantina Winzer-Genossenschaft Britzingen Markgräflerland (Baden)
Lemberger trocken Nordheimer Heuchelberg 2012 della cantina Privatkellerei Rolf Willy (Württemberg)
2° FLIGHT: I BIANCHI SECCHI DA MÜLLER-THURGAU A PINOT BIANCO
Müller-Thurgau trocken, Hesslocher 2015 della cantina Weingut Dackermann (Rheinhessen – Assia Renana)
Silvaner trocken 2016 della cantina Weingut Hemberger (Franken – Franconia)
Weißer Burgunder „S“ trocken 2015 della cantina Weingut Schäfer-Fröhlich (Nahe)
3° FLIGHT: I BIANCHI SECCHI DA PINOT GRIGIO AL RIESLING
Grauer Burgunder „Oktav“ trocken 2015 della cantina Weinhaus Heger (Baden)
Riesling trocken 2016 della cantina Weingut Wittmann (Rheinhessen – Assia Renana)
Riesling GG trocken Kirchberg 2016 della cantina Weingut Heymann-Löwenstein (Mosel – Mosella)
4° FLIGHT: I VINI DOLCI
Riesling Kabinett Lenchen 2016 della cantina Weingut Peter Jakob Kühn (Rheingau)
Gewürztraminer Spätlese Achkarrer Schloßberg 2015 della cantina Winzergenossenschaft Achkarren (Baden)
Huxelrebe Beerenauslese Walsheimer Silberberg 2012 della cantina Weingut Gebrüder Anselmann (Pfalz – Palatinato)
Erano mesi che venivo descritto da un Lorem Ipsum e non mi decidevo mai a cambiarlo. Un po’ per pigrizia, ma anche perché mi piaceva che a descrivermi fosse un nonsense poetico, che parlava di un luogo remoto, lontano dalle terre di Vocalia e Consonantia … oggi però sento che è venuto il momento.
Lombardo di nascita e residenza, trentino di origine e di cuore, qualche affetto mi lega anche al Piemonte. Di mestiere faccio altro, il consulente di ICT Management; fino a non molto tempo fa il vino lo ho frequentato solo dall’orlo del bicchiere.
Conosco Cosimo Piovasco di Rondò da quando eravamo bambini; un giorno ho cominciato a scrivere su Trentinowine, per gioco, su suo suggerimento, e per gioco continuo a farlo. Seguo il corso di sommelier della FISAR Milano, divertendomi un sacco.
Più cose conosco sul vino, meno mi illudo di essere un professionista o un esperto. Qualcuno, ogni tanto, dice di leggermi e di apprezzare questo mio tono distaccato; io mi stupisco sempre, sia del fatto che mi leggano, sia che apprezzino. E ne vado fierissimo.