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Gli stessi,che spacciano prosecco ??!!
Le more più buone sono quelle calabresi.
Km zero…..
Basta leggere l’etichetta
.almeno qui è chiara
infatti la ho letta e sottolineata. l’etichetta e la contraddizione.
Perché contraddizione?
Sono tantissimi anni che li vendono
ogni tant se se acorze….anca dopo ani..
Voi trentini vi accorgete adesso di queste ” storture” ma il Sud Italia è da molto che si scontra con la politica dell’UE: agrumi, pomodori, tutto mandato al macero a favore di prodotti stranieri di scarsa qualità venduti a prezzi alti!
Noi trentini Giusy queste battaglie anti global le facciamo da quel dì. Non ci siamo svegliati oggi. Un peccato che ti te ne accorga ora.
Lo so Tiziano, la mia non voleva essere una critica, ma eravate così stupiti nel leggere l’etichetta sulla confezione di more…..io sono abituata a queste cose da un bel po’ di tempo. Al supermercato non trovi un limone italiano neanche a morire, devi comprarli nei negozi che vendono prodotti biologici.
Noi trentini ci indignamo ogni giorno. Non basta lo stupore.
Purtroppo indignarsi non basta per cambiare le cose!
Giusy Laganà tranquilla..che ogni tanto tiriamo anche le bombe. E ci piace pure.
come tutti
come tutti
Io penso che ora come ora siamo in un periodo storico dove tutti vogliono tutto ed il mercato si adegua, l’importante secondo me è il nostro principio e leggere sempre le etichette. Le more mele dal Marocco, fragole dalla spagna dove i controlli e i pesticidi lo sappiamo tutti sono diversi che da noi, si pensi che usano ancora il ddt in certe zone del mondo, nn si può chiedere ad un azienda di NN fare questa scelta strategica ma…. Noi possiamo scegliere di NN comprare e leggere bene cosa acquistiamo. Questa la mia opinione
E’ penoso! Dai tempi della “farfalla del Trentino” del Malossini, presente spessissimo al Maurizio Costanzo Show e testimonial di “livello”, non è cambiato nulla. Non sfruttiamo il nome del Trentino per vendere frutti sì fuori stagione, ma che la gente pensa coltivata in serra dalla famosa cooperativa. Non ho niente contro le more del Messico, saranno buone ma farle acquistare con la convinzione che vengano dalla Valsugana, proprio non mi va giù, almeno ditelo quando venite intervistati!
Ma convinzione de che? Sul sito di Sant’Orsola c’è scritto che ha alleanza in Europa e nel mondo e sulle etichette c’è scritta l’origine della frutta.
Sant’Orsola
Se vuoi le more ad aprile..
Sperem solo che le panocce della val de Gresta le vegna da li!
#biologiche
https://youtu.be/eSfv1HA0Oqs
Il direttore non specifica la provenienza dei “ piccoli frutti”
..Scrinzi….è stato lincenziato….di brutto. ed è stato sostituito dal piu globalista dei manager in circolazione (ex mezzacorona) Fabio Rizzoli.
Azz!
Maurizio Mitterstainer ….Scrinzi era un angioletto…..al confronto…
per rendere più chiaro il quadro..e per capire quale sia l’origine di questa strategia mercantilista e le modalità con le quali il manager globalista mezzacoronaro sia riuscito prendere gin mano le redini della coop mochena: prima come 007 inviato da federcoop, poi il licenziamento di scrinzi, e poi la presa del potere…e la strategia global http://www.ladige.it/news/business/2013/02/28/santorsola-licenzia-direttore-scrinzi?qt-internal_top_articles=0
Quando avverrà che Sant’ Orsola commercializza più roba comprata che prodotta dai Soci, ai Soci verrà liquidato il prezzo del mercato globale. La droga non dura in eterno. E magari il governo pentastellato chiederà di ritorno i contributi dati alla cooperativa per i soci, non per un’industria. Del resto lì a pochi km c’è già la Menz&Gasser che un lavoro simile lo fa da anni senza tanti contributi, mi pare.
Non capisco di cosa ci si scandalizza, non è stagione di more. Ovvio che sono importate. Se una cooperativa fa anche ruolo di intermediario commerciale fa il suo lavoro, commercializza. Indignarsi senza capire è stupido (ergo… se le more messicane fossero commercializzate a settembre sarebbe molto diverso… o no?)
e se gli asparagi peruviani fossero commercializzati in trentino in questi giorni….lei come la vedrebbe?
Tiziano Bianchi molto male come dicevo sopra.
La cooperativa contraddirebbe la valorizzazione dei prodotti e dei produttori locali… per le more fuori stagione no
Aggiungo che se gli asparagi peruviani sono commerciati da un intermediario che non è cooperativa per lui è bene farlo perché ci guadagna. Se esiste la domanda vendere è lecito, ma non se lo fa una cooperativa. Non so se mi spiego.
ceerto che si spiega……e capisco cosa vuol dire. Comunque gli asparagi peruviani (intermediati da una azienda veneta che fa il suo mestiere) vengono distribuiti da un consorzio cooperativo che si chiama SAIT e che li colloca nei punti vendita coop del trentino.
Boicottare che????… Quando la nostra frutta va all’estero???…sarebbe meglio che non la comprassero???… Che dite?
Boicottare !!!!!!
Augurissimi Commercio DOC Trentino per pagare il Debito Dei Soci della Cooperativa
almeno non arrivano con i gommoni dal messico le more….i mori ….scusate e la foga di scrivere una cazzata anch’io
Bella, questa! Non ho mai creduto al chilometro zero. Quanti sono i km dal Messico? Il TG3 dà tanto spazio alla cooperativa S.Orsola, invia alla redazione, la tua foto. Quando ci vuole, ci vuole! Grazie
Signor Claudio mi creda, se riesce a far crescere le fragole a gennaio la cooperativa sicuramente gliele compra e le commercializza.
Le serre le hanno inventato da parecchi decenni e vi lavorerebbero coltivatori trentini o chi per loro, ma i soldi rimarrebbero qui, conosce lo sfruttamento dei lavoratori messicani!
mettiamola così: acquistare materia prima in america centrale e latina consente marginalità più alte….rispetto all’uso di materia prima locale. E non c’è niente di male in un economia globalizzata. Poi magari dobbiamo capire se il global…è adatto al trentino…o se esistano altre strade tutte da verificare.
Tiziano Bianchi politica territoriale zero!
Io che ero così orgogliosa dei prodotti Sant’Orsola!
Il prodotto stagionale, fresco, territoriale ha una caratteristica intrinseca: finisce, a un certo punto. Ripeto: vendiamole le cose del mondo, ma con nomi e marchi diversi e riconoscibili. Altrimenti alimentiamo solo la confusione.
Allora perché non esiste NESSUNO che le fa d’inverno? Magari anche che le vende per conto suo così prende più soldi rispetto a quelli che paga la cooperativa ai soci? Me lo dite?
Matteo Trivella Tetsuo perchè è più semplice è più redditizio e non fatichi, semplice……
Redditizio cosa?
Ma tu pensi che un agricoltore prende i tuoi soldi? In che modo? Lo sai che l’attrezzatura che utilizzano se la pagano loro?
Paola Depretto… Continua ad esserlo… Come lo siamo anche noi soci Valsuganotti della Cooperativa che ci facciamo il mazzo tutto l’anno… Per raccogliere la frutta quando è matura… Combattendo ogni anno contro i cambiamenti climatici… Che non ci rendono certo la vita facile….
Le Serre in inverno le facciamo coltivare ai nostri colleghi che hanno i climi più adatti…….
Fate gli investimenti in aziende di montagna come le nostre… Dove si lavora con le braccia e la carriola…
Venite d’estate sotto i tunnel a 45 gradi a raccogliere la frutta con noi…. O per lo meno compratela quando IN STAGIONE la trovate sui banchi dell’ortofrutta….
Solo dopo potete fare le vostre “considerazioni” ed eventualmente chiedere spiegazioni…. Perché con le vostre critiche noi non ci mangiamo…
La solita schifezza. Come le arance dal Marocco, l’olio d’oliva dalla Tunisia, i limoni dall’Argentina. Ah già, in Italia non abbiamo questi prodotti….Ma per favore! Solo per riempirsi le tasche di denaro e distruggere le nostre specialità italiane. Vergogna!
Maria Gardumi brava hai colto nel segno….poi ci nascondiamo dietro al dire che è il consumatore il colpevole….
Mamma mia quanta ignoranza, poi però andate a comprare la roba su amazon o dai cinesi perché risparmiate. Nessuno ha detto che è colpa del consumatore ma se le fragole non crescono d’inverno c’è poco da fare se poi voi le volete comprare.
Sant’Orsola la frutta di stagione la prende soprattutto dal Trentino, poi le alleanze nel mondo ci sono e nessuno lo nega. “Sant’Orsola è una Organizzazione di Produttori agricoli specializzata nella produzione e vendita di piccoli frutti, fragole e ciliegie tardive. Ha sede in Trentino, a Pergine Valsugana, pochi chilometri ad est di Trento e conta attualmente sul lavoro di oltre 1.000 aziende socie tra piccolissime aziende part-time, aziende part-time specializzate e aziende professionali. Sant’Orsola rappresenta oggi la realtà italiana di riferimento per questo tipo di coltivazioni, con aziende socie presenti in tutto il Trentino, ma anche in Veneto, Calabria e Sicilia. Ha stretto inoltre alleanze strategiche di natura produttiva, tecnica e commerciale in Italia, in Europa e nel mondo” questo lo si può leggere sul sito che è aperto a tutti.
Mi dispiace che un “probabile coltivatrice”, si contraddice sulla denominazione serra, esistono serra anche in Svezia, e si usano le serre per produrre ortaggi fuori stagione. Sarò stupido, ma credevo che venissero commercializzati frutti fuori stagione.Dimenticavo è un po’ come il vino, Cantiner
Cantine cooperative, non faccio nomi, che acquistano da ogni parte e poi vendono, addirittura con il marchio doc, ma questo è ormai in mano alla Magistratura.
Claudio D’Ingiullo almeno usa il condizionale circa eventuali reati. Formulare accuse così generiche e cosi gravi.. Non è cosa buona, almeno sul mio profilo.
Matteo Trivella Tetsuo sai di cosa stai parlando o parli per sentito dire, informati prima di dire cagate…..è redditizio perchè se comperi e vendi senza averlo lavorato te guadagni senza costi,poi le atrezzature alle coop e ai contadini vengono dati contributi e anche le tasse che pagano sono molto minori di un commerciante….o sei contadino e lavori la terra vendento poi i frutti di questa, allora mi sta bene tutto perchè so cosa vuol dire fare il contadino…..altrimenti sei un commerciante e come tale fai e vendi quello che è disponibile e dove lo comperi non interessa se è legittimo…
La frutta dall’estero viene acquistata, selezionata e confezionata nuovamente per il mercato italiano. Ripeto che io so di cosa parlo mentre tu non mi sembri documentato soprattutto sulla faccenda dei contributi. Al signor Claudio rispondo che la Svezia funziona diversamente dall’Italia altrimenti come già detto ci sarebbe gente che coltiva anche d’inverno.
Giacomo Adami l’attrezzatura per i contadini viene parzialmente fornita dalla cooperativa. Se sai cosa vuol dire fare il contadino non capisco perché dici che sono mantenuti da noi… fosse così allora sarebbero tutti contadini.
Ok… Ok… Parliamo di TUNNEL LEGGERO…. Da noi volgarmente chiamate Serre….
1. Il premio di insediamento, chiamato volgarmente “contributo” è disponibile per tutti, in tutti i paesi europei… Chiunque abbia voglia di piegare la schiena e sporcarsi le mani può farne buon uso… Ci sono regole e limiti, investimenti e fatica… Chiunque abbia voglia e buona volontà può usufruirne…
2. Il socio che coltiva e conferisce la frutta di qualità SPERA BENE che ci sia un buon ufficio commerciale, che venda bene la frutta e che riesca a mantenere il mercato….
3. Se mentre la cooperativa studia e cerca di attuare nuove strategie per far crescere il prodotto ITALIANO (certamente sinonimo di qualità), c’è bisogno di coprire la DOMANDA del mercato acquistando frutta dall’estero (con relativo costo di trasporto e lavorazione e CONFEZIONAMENTO, E COMUNQUE FRUTTA CONTINUAMENTE CAMPIONATO ANCHE DALLE ASL), SPECIFICANDO DA CHE PARTE DEL MONDO VIENE…. CHE MALE C’È?
4…..e non vorrei ripetermi…. Quando il prodotto italiano fresco viene esportato…. In tutta Europa… E anche in svariati altri paesi del Mediterraneo…. Vogliamo parlarne?
Scusa, non scriverò più sul tuo profilo, non lo avevo letto e non mi ero fatta l’idea giusta!🤔
Claudio D’Ingiullo ti ho solo chiesto di misurare le parole, almeno qui, perché vorrei evitare querele per diffamazione. tutto qui.
Di che ti preoccupi? Non devi mica rispondere dei commenti altrui
Matteo Trivella Tetsuo è una materia molto liquida… in ogni caso si potrebbe configurare almeno una colpa per mancata vigilanza su uno spazio di cui il titolare si assume la responsabilita nel momento in cui si iscrive
Matteo Trivella Tetsuo Ma per favore!
fammi capire! i 50 lavoratori dei magazzini cosa faranno?, chi darà loro lo stipendio?, lavorano e confezionano frutta! non droga o altre diavolerie o vestiari prodotti da chissà quale paese sfruttando i popoli di molti stati dell’Asia o del Terzomondo che vista la richiesta viene fornita… poi perché i messicani non hanno diritto di vendere? a chi compra, ed un magazzino non ha l’obbligo di seguire un mercato?
scusa ma forse stiamo uscendo da quello che era il discorso iniziale…..solo per rispondere brevemente alla tua…..se assumi 50 dipendenti una azienda normale o ha da farli lavorare o non li può assumere,o in casi di stagionalità li assumi a tempo determinato…..non è che domani mattina uno si alza assume 50 persone e poi 2 mesi dobbiamo essere noi a mantenerli, poi in fatto di dove sono prodotti e come sono prodotti ci sarebbe da dire e anche chi li lavora, persone sotto pagate e bambini, andare a vedere e poi parlate…..
Ancora col mantegnerli, i beneficiari dei contributi stanziati dalla Regione sono solamente le piccole imprese trentine, ti te li mantegni sol perché te crompi la frutta!
Vorrei rassicurare tutti sul fatto che i dipendenti della cooperativa sono ben di più di 50…e vengono pagati con il lavoro dei soci… Non con i contributi… E a loro volta… I soci danno lavoro ad altre persone per la raccolta… E non ho mai sentito parlare di contributi della provincia per pagare gli stipendi… Né di stagionali… Né di altri…
infatti Adami…..vede la Santorsola si tiene un mercato espandendolo … permette crescita dei produttori locali, anche con operazioni commerciali, garantendo un mercato 12 mesi all’anno!
Lara Cimadon i 50 erano riferiti a quelli che lavorano tutto l’anno, e concordo pienamente col tuo ragionamento
ma di cosa ti lamenti…que viva mexico que viva Pancho Villa muerte a los gringos imperialistas….
Me gusta ! Km zero !
I famosi #trentininelmondo
Fantastico
No ghe credo……anca i mocheni!
Michele Andreaus …ritira il Like …..lo sai che devi stare lontano dai piccoli frutti…..
Ma il sigh era un messaggio non contro i lamponi messicani, ma appunto contro il tuo post, dal quale prendo le distanze 😈
Michele Andreaus hai fatto bene a precisare ….. Perché quel altro l Eva za tolt en mam la pena per scriver naltra circolare Urbi et orbi ..
Lungi da me fare l’avvocato difensore della Sant’Orsola, anche perchè in linea generale sono la prima a puntare il dito sulle storture di questo tipo. Non nascondo il fatto che io di prassi controllo la provenienza di frutta e verdura e non compro estero per filosofia. Parimenti, non pretendo di mangiare more fuori stagione ma siccome no comando mi e l’offerta fa la domanda…..ecco. Sant’Orsola non è un piccolo produttore locale ma una cooperativa in fortissima crescita commerciale, che se non sbaglio riversa sul territorio trentino qualcosa come 40 milioni di euro di indotto. Ed è grazie a questa forza che anche i piccoli produttori soci trovano modo e maniera di esistere. So che gli obbiettivi della cooperativa (con soci in tutta italia, mica solo trentini) sono di raggiungere nel 2020 la capacità di fornire 12 mesi l’anno frutti di bosco italiani conferiti dagli stessi associati. Che mi sembra anche un bell’obbiettivo, lodevole. Va semplicemente distinto, secondo me, l’obbiettivo di valorizzazione del prodotto locale dal brand commerciale. Non penso che Sant’Orsola possa fare due linee brandizzate diversamente a seconda della provenienza, ma forse non ha nemmeno senso giacchè l’azienda ha sempre dichiaratamente parlato dei suoi mille soci sono sparsi per il territorio nazionale isole comprese, oltretutto co-protagonisti di un esempio di un modello di imprenditoria agricola virtuoso. Quindi “territoriocheresiste” sì ma italiano, perlomeno nell’obbiettivo. Quando sono consapevole di questo, non mi sento lo stimolo di stracciarmi le vesti. Nessuno mi sta spacciando un prodotto messicano per trentino. Che poi personalmente vorrei veder emergere e valorizzare sempre più varietà gastronomiche territoriali sostenute da disciplinari e marchi di qualità forti, è un altra storia.
Fortissima crescita….?!?!?!?!
così dicono. io posso sapere quello che leggo dai giornali e ne ricordo benissimo uno di questi tenore di qualche mese fa.
Francesca Aprone ah beh… Se lo hai letto sui giornali allora…..
Mi pareva un verosimile e non smentito resoconto di bilancio. Ma adesso il problema è la mia opinione?
http://www.ladige.it/territori/pergine/2017/03/27/santorsola-piccoli-frutti-grande-bilancio
Francesca Aprone no no tranquilla non é la tua opinione il problema… Anzi… Ma l’è mejo che mi el me socio tasentie….
Francesca Aprone, accantoniamo pure la questione del marchio commerciale, che proprio di fantasia non è perché evoca chiaramente un luogo piuttosto noto del Trentino; lasciamo anche stare la questione della congruità fra forma cooperativa dell’organizzazione aziendale (con tutto ciò che ne deriva in termini di facilitazioni e agevolazioni) e gigantismo industriale. Lasciamo pure stare tutte queste cose, cui forse bisognerebbe anche riflettere prima o poi – magari un giorno anche con l’ottimo Herbert Dorfmann che su questi temi è molto sensibile.
E premettiamo anche che ciascun imprenditore (anche cooperativo) è libero di vendere, commercializzare e impacchettare con il suo marchio di tutto e di più (fosse per me anche la cannabis, almeno quella light).
Detto questo, da osservatori, e fra gli osservatori ci metto anche la politica, mi pare legittimo e anche doveroso chiedersi quale è il modello di sviluppo, anche in agricoltura, più adatto al Trentino. Fra i tanti, ne vedo uno industriale, quello di Melinda, che tiene saldamente legata la produzione territoriale e la commercializzazione, ottimizzando i valori, quelli fondiari e quelli remunerativi. E ne vedo un altro, quello del vino, del latte e dei piccoli frutti, in cui invece si osserva una divaricazione crescente fra produzione e commercializzazione, che si fonda saldamente sulla trasformazione e commercializzazione di materie prime di origine extraprovinciale e di solido a basso costo di acquisto. Quale è la strada giusta per il Trentino? Mi pare che il tema sia questo. E questo al di la di SantOrsola, delle miserie del vino cooperativo e del latte bavarese. E su questo credo la politica farebbe bene a riflettere e non limitarsi semplicemente ad osservare passivamente le dinamiche del mercato.
…..lasciamo anche stare la questione della congruità fra forma cooperativa dell’organizzazione aziendale (con tutto ciò che ne deriva in termini di facilitazioni e agevolazioni) e gigantismo industriale…-cit.-
Erwin Tomazzolli …non va bem…no?
no no va ben va ben Tiziano… ma mi e ti sen en castigo… no podi parlar…
Erwin Tomazzolli te gaj resom…. ogni tant me desmentego. Ora mi taccio. Socio.
che pò Tiziano… che incidenza ghjaveral el viac dal mesico a sant’orsola su zentoevinticinc grami di more… e dopo j’aumenta le cele per el prodoto surgelato… si bon dai valà l’è mejo taser de la “fortissima crescita”…
Sono d’accordo Tiziano. La mia, e l ho detto, non voleva essere una difesa a quella che io stessa ho definito una stortura. Sui quantitativi esteri di cui abbisogna oggi per sostenere la domanda Sant’Orsola io non lo so, mi ricordavo semplicemente che l idea era di farne totalmente a meno come linea politica aziendale in un futuro abbastanza prossimo. Ma più in là non so andare; le ragioni per cui Sant’Orsola ha soci anche in Sicilia credo dipendano ragionevolmente dalla volontà (credo eh!) di realizzare un progetto commerciale dentro e fuori il territorio che permetta però di sostenere innanzitutto i piccoli conferitori di qui, con i mezzi che il mercato offre loro, nel contesto fiscale-economico di cui dispongono.
Il compito della politica non è frenare certo o criticare lo spirito imprenditoriale, ma eventualmente indirizzarlo sostenendone più strenuamente le iniziative volte a promuovere il valore del territorio.
Perché io mi posso fare un sacco di domande Tiziano e me le faccio anche, ma il punto presumo sia questo.
Brava Francesca… Mi sa che hai colto il punto…. 😊
perché non potrebbe essere anche il Messico un territorio che resiste? 🙂
Scusa Francesca Aprone ma SANT’ORSOLA HA SEMPRE FATTO due linee brandizzate diverse: commercializzava come sant’Orsola la frutta italiana, e come “Piccoli Frutti” la frutta importata. La fotografia qui sopra non è significativa perché c’è scritto Messico, ma perché denota un cambio di linea significativo.
Gigi Zoppello ….Rizzoli sa l fatto suo…..
Ora mi è più chiaro Gigi Zoppello, non lo sapevo.
Tiziano si ma da Melinda el l’ha zapada en tei denti…
Erwin Tomazzolli per questo ho citato l’esempio di Melinda Val Di Non ..qui sopra. Perchè non si è lasciata incantare dal fachiro della commercializzazione deterritorializzata. E anzi ha rilanciato. Così si fa.
Tei Tiziano… Vai a veder i quantitativi che consegnava la val de non a Sant’Orsola pre e post piccoli frutti Melinda…. 😁😁😁
Tu ce le hai le tabelle?
Tiziano si ma…. Son en castigo… 😁😁😁
Nooo
La colpa è sempre e comunque dei consumatori. I mercanti, fin dai tempi antichi, fanno solo il loro mestiere, ovvero offrire ciò che il mercato chiede. La gente vuole le fragole a gennaio? Purtroppo in Val dei Mocheni non sono ancora mature, per cui …
non è proprio così: se il mercato è distorto e drogato da finanziamenti pubblici il problema è un altro
Ma se nessuno chiede e compra le fragole a gennaio, vedrai che non c’è necessità di ampliare i magazzini e chiedere contributi.
no, è il contrario
non scarichiamo colpe a chi no le ha….il problema non è se le fragole o altro ci sono a gennaio piuttosto che a giugno, il punto stà sul fatto che quasi tutte le cooperative e associazioni ecc, si definiscono come produttori o venditori di prodotti del posto e chiedono contributi a fondo perduto dalla provincia per impiantarsi, allora cambia, te fai il commerciante come fanno in tanti ma contributi niente, altrimenti diventa un commercio sleale verso chi paga le tasse e non riceve niente…..poi si parla di km zero o biologico……se è cosi diventa una truffa ai danni dei consumatori,
Giacomo Adami applauso!
Nicola Tretter le persone hanno il diritto di chiedere, stà nel commerciante onesto dare le giuste risposte, ripeto….se prendi contributi pubblici per commercializzare prodotti del luogo o lo fai o sei un disonesto..
Giacomo Adami ma il problema sta a monte, l’ente pubblico non deve finanziare questo tipo di imprese, punto!
Alessandro Ghezzer pienamente d’accordo, ma non che diano la colpa al consumatore….
Dai vostri commenti, oltre a un certo astio nei confronti delle imprese cooperative, si percepisce una cosa: non avete letto ne la norma in base alla quale è stato concesso il contributo alla Coop. S.Orsola, ne la relativa delibera di concessione , peraltro liberamente consultabili sul sito web della provincia. La norma non prevede affatto che il contributo venga concesso se produci/vendi prodotti locali. È una vostra invenzione che fa venire meno tutte le altre considerazioni ad essa collegate.
di quale contributo parli? Io e Adami ci riferiamo (credo di poter parlare anche per lui) alla storia della coop, nata tradizionalmente per promuovere e vendere piccoli frutti trentini. Personalmente non ho nessun astio per le coop, anzi. Sono invece molto critico coi contributi pubblici che distorcono il mercato (e si potrebbero fare milioni di esempi)
Non ho scritto io “…se prendi contributi pubblici per commercializzare prodotti del luogo o lo fai o sei un disonesto..”
Non esistono “contributi per commercializzare prodotti del posto”
non l’ho scritto io. In ogni caso mi pare evidente si riferisca alla storia della coop, non al caso specifico
Non credo proprio. A me pare evidente che si riferisca invece al fatto che hanno preso contributi e poi vendono le more messicane. La lingua italiana è quella, si legge, non si interpreta
Nicola Tretter tu hai un prodigioso talento nel vedere sempre il particolare e mai il quadro generale 🙂
Nicola Tretter allora, vuoi ampliare perchè tu vuoi fare il commerciante puro, bene ma niente contributi o agevolazioni,come cooperazione del territorio…
Giacomo Adami vatti a leggere la norma in questione, art.2 (se non ricordiamo), ovvero “Beneficiari”. Troverai elencate TUTTE le imprese agricole, dalle ditte individuali alle società di persone, dalle società di capitali ai consorzi, dalle associazioni agli enti, che esercitano attività agricola. Non è una norma pro-coop, ma una norma volta a favorire l’espansione strutturale di chi produce, lavora e/o commercializza prodotti agricoli.
Nicola Tretter te rispondo en trentin…..girela fin che te voi la fortaia ma sempre fortaia la resta……tute le agevolazion che tute le cooperative , contadini e altri come iera gli agritur e ades i b&b e altri iera nati per valorizar el teritorio e i prodoti del stes…..po el potere politico la fat su en casin pur de butar soldi li dove i monze ,o i monzeva voti, ades tirnar en drio al giusto lè difizil, ma questo no vol dir che sia giusto…….tut questo nè lera rivolt al S. Orsola ma lè na cosa comune……è noi Trentini paghem…..ma scusa Tretter, senza ofesa e senza invader la to vita, che cosa fat de lavoro …
Sei partito dalle coop e adesso ci metti dentro contadini, agriturismi, bed & breakfast … Se vogliamo fare la lista di chi prende contributi o agevolazioni fiscali, facciamo notte. Compresi noi privati cittadini, lavoratori dipendenti. Io stesso ho preso a suo tempo il contributo per comprare casa e anche quello per mettere l’impianto gpl alla macchina.
Nicola Tretter non son parti dale coop, me son alacià al lin che ciapeva come esempio le coop………o fat en discorso de spaciarse, almen a linizio quando la se enviada via, come quei che vende i prodoti dela tera de origine….tut li…..
Mi son ignorante ma qua no te rispondi pu Giacomo. Forse perché ghe un che te la spiega ben la faccenda
Matteo Trivella Tetsuo no go miga en cazo da far come ti, ciapo anca el sol ogni tant….
Ntela melona te n’hai ciapà… anca massa
e poi prendono un sacco di contributi per coltivazioni di montagna o perchè non vanno molto bene o per espandersi……a chi lavora con prodotti del territorio sono d’accordo per gli altri niente…
questo mi pare il punto…
Quindi l’azienda dovrebbe lasciare a casa i dipendenti quando qui non è periodo di raccolta? Ma siete seri?
Sant’Orsola è una cooperativa, i coltivatori della zona conferiscono lì durante l’estate ma poi ovviamente d’inverno la produzione non c’è. Cosa dovrebbero fare?
Bravo Matteo Trivella Tetsuo!!!… QUESTO È IL PUNTO!!!!!
Matteo Trivella Tetsuo io no so che lavoro fai , ma un contadino di suo ha un lavoro che se ben fatto gli da da lavorare 10 mesi….se poi uno lavora solo 3 mesi perchè non vuole diversificare i raccolti, allora non e che dobbiamo mantenerlo noi…
I contadini sono liberi di esserlo e di vendere senza essere membri della cooperativa. Io sono stato dipendente Sant’Orsola per 3 anni e so come funziona, non come voi che vi siete svegliati grazie ad un post.
Tranquillo che tu non mantieni i contadini.
Ci potrebbe spiegare per cortesia come funziona? Grazie
Funziona che…. Per raccogliere la frutta da maggio a ottobre… Si lavora anche tutto il resto dell’anno… 🤔😡…. E non ho mai visto NESSUNO DI VOI suonare il campanello di casa mia per dirmi che vuol fare beneficenza e pagare la rata del MIO MUTUO!!!! 😤
HO CANCELLATO DEI COMMENTI CHE AVEVO GIÀ FATTO X SPIEGARE…. MA CAPISCO CHE NON C’È PROPRIO NIENTE DA SPIEGARE!!!!!
SE NON SAPETE… NON PARLATE!!!!
Chissà perché tanti sono convinti che:
– ci regalano tutti i materiali
– i tunnel per magia compaiono nei campi
– la frutta magicamente matura sulle piante
– e noi lavoriamo 3 MESI L’ANNO per raccogliere foglie da 50 euro… Che qualcun’altro ci regala
Ma siete tutti impazziti???!
Fatelo voi… Se è vero che è così!!!
Di sicuro se x un anno riusciamo ad evitare: gelate in fioritura, neve a maggio, piogge torrenziali che durano anche 30 giorni, grandinate, trombe d’aria o caldo torrido per tutta la stagione che si conclude con neve a fine settembre… Beh…. Allora è certo che ci sembra di aver vinto alla lotteria!!!… Perché per una volta ci siamo guadagnati il pane, con tutti i sacrifici che facciamo, senza perderci niente….
INFORMATEVI PRIMA DI PARLARE… E PROVATE!!!
I premio del primo insediamento (CONTRIBUTO EUROPEO) è disponibile per tutti quelli che vogliono provarci… A certe regole, con certi limiti, investimenti e sacrifici…. E anche la terra è sempre lì… Disponibile per chi la vuole lavorare….
Te parelo che questo el se mete a zapar la tera? Solo bon de far nar la bocca
Matteo Trivella Tetsuo abbi la cortesia quando rispondi di fare il nome e non dire questo o quello, perchè potrebbe essere che questo la zappata piu di te e di qualche altro,……
Tu la fai facile ma non sei un contadino, mi pare addirittura di capire che non stai nemmeno in Italia, però parli e parli, dici che i contadini li mantieni tu, insomma la fai facile! Ti volevo stuzzicare e ci sono riuscito, come ci si sente ora? Ecco, tu manchi di rispetto a chi lavora la terra qui.
Matteo Trivella Tetsuo allora visto che sei cosi furbo e intelligente, quello che faccio adesso e dove sono non vuol dire che l’ho fatto da quando sono nato, sono di Arco e ero iscritto ai coltivatori diretti di prima categoria, ades set bon de capir qualcos, si furbo anca mi ho pagà e pago ancor le tase en Trentin de conseguenza i contributi e la mancanza de tase che paghè le anca soldi mei, ades tel digo mi, prima de parlar varda sempre chi te gai difronte e sapi quel che te disi, ignorante …
E te sei socio della cooperativa come ad esempio la signora? E perché no te sei pu en coltivator se ciapè contributi de qua e de la? Fraole a genar ghe n’è?
Matteo Trivella Tetsuo perchè al contrario tuo che no te fai en azzo e magari nol te lai mai fat, con tuti quei che ho fat som vegnu al cal e ho daver n’hotel….ades son chi en piscina con la panza al sol , ciao furbom …ades vago a magna le fragole che chi le vei grose come el to zervel…….
Eh vedo si, chissà quan che i ciapa i to manovali 😂 mi ho laorà per Sant’Orsola e ades son artigiano, qua, è pago le me bele tasse. Ti gratate che tel sai far ben 👌
Matteo Trivella Tetsuo con nenbecile no parlo pu, senò divento come ti……a non sentirci….
Bel che inveze che risponder te si passà alle offese, te si proprio un SIOR
Ostia…. Alto il livello del confronto ….qui
Minchia Tiziano che scienziati che ghe en volta…che aulico livello di confronto dialettico…hegel el ghe feva le seghe a sti qua ha?
Matteo Trivella Tetsuo forse prima de daverze la boca per darghe aria ai denti, lezi quel che te scrivi e varda chi lè stà a ofender, mi to rispondu come ti te me hai ciamà. quel li te ghel disi a to fradel….e quel che se è sveglià ades per el linc…
Al Signor Giacomo vorrei replicare che i contributi sono ormai diversi anni che non li danno a destra e manca… Come magari facevano ai suoi tempi… Anzi… Direi che sono anni che non ce n’è più per nessuno… E il 99% lo facciamo con le NOSTRE FORZE… Che lei abbia lavorato la terra è una cosa positiva… Perché non serve spiegarle che è sempre lì, sempre bassa…. E come dicevo prima… A disposizione di tutti…. Se ora può godersi la pensione… BENE!!… Siamo felici per lei… Non creda però che le sue tasse servano per pagare noi…. È tutta farina del nostro sacco… E le tasse… Chi più chi meno, le paghiamo tutti……vorrei anche farle presente che giudica gratuitamente un giovane Matteo che si è sempre dato da fare… Uno dei pochi che alla sua età può dire di non dover niente a nessuno… E che sa che per vivere bisogna lavorare…. Perciò… Perché queste offese gratuite?…
Se noi giovani… O non più tanto giovani dobbiamo del rispetto a quelli più grandi di noi solo perché sono nati prima… È vero anche il contrario…non tutti i giovani di oggi sono dei fannulloni! E quelli che si impegnano sono il futuro dei nostri paesi… Ed il rispetto deve essere reciproco!
Io ho esagerato non lo metto in dubbio, però sembra che tra tutti sono io quello che si deve informare mentre sappiamo benissimo che non è così. Per quanto riguarda Adami che si tenga pure le sue convinzioni, per me contano meno di zero. Io lavoro e coi miei soldi pago le mie tasse che servono più per la sua pensione che per altro ma fa niente. Ti ringrazio Lara per aver preso le mie difese e mi piacerebbe vedere un riscontro da parte di Adami ma fin’ora non ha mai affrontato né te né altri con argomentazioni valide o con prove che quello che fa la cooperativa è sbagliato ma si è solo limitato dare dell’ignorante a me.
Posso solo dire che a giudicare si fa presto…. La nostra è una bella azienda…una grande azienda… Che lavora molto per valorizzare al meglio il nostro prodotto Trentino e Italiano (da quando abbiamo soci anche in Veneto Piemonte Calabria e Sicilia) … Come dici tu negli anni sono cambiate le strategie proprio perché la globalizzazione ci obbliga a stare al passo… O così… O si muore…. Le collaborazioni con altre grosse realtà europee e mondiali per migliorare la qualità dei prodotti sono necessarie per fare dei passi avanti… Se mai si riuscirà a coprire la domanda del mercato con solo prodotto italiano, sarà una vittoria per noi e per tutti… Ma nel frattempo… Ricordo a tutti che le etichette si leggono sempre… Anche gli altri con stagionalità diverse producono frutta di qualità… Nel settore dell’ortofrutta c’è molta attenzione alla salubrità del prodotto… Anche quello importato…
Speriamo in una stagione 2018 buona… Che il clima sia dalla nostra… Noi facciamo sempre del nostro meglio!!
E l’ottimo globalista Fabio Rizzoli docet. Da Trento ad Agrigento. Ma docet.
Matteo… Non hai bisogno di essere difeso…
Tiziano…. Rizzoli o non Rizzoli…. È la globalizzazione che ci obbliga a fare certe scelte… E si cerca di fare le migliori… Non si può tornare indietro… Bisogna guardare sempre avanti…. (Comunque… Rizzoli può essere un valido consulente…. Ma sono i soci che fanno certe scelte…e abbiamo ancora presidente, consiglio di amministrazione…e direttori vari… Che dedicano anima e corpo a questo progetto per il nostro futuro….)
Lara … questo è un film già visto nel mondo del vino (trentino)e il protagonista, l’architetto, l’eminenza grigia … si chiamava Fabio Rizzoli, va bene così. Ciascuno ha una propria idea e visione delle cose, del vino, del territorio. Ci sta. Ma il sogno globalista di Rizzoli non ha portato bene al vino trentino…(possiamo confrontarci quando vuole e numeri alla mano sui valori fondiari, sulle redditività..sulla reputazione del territorio)…speriamo che questa strategia globalista sia adatta almeno ai piccoli frutti. Ve lo auguro. Ma mi permetta ..almeno di nutrire qualche dubbio.
I dubbi sono leciti… Io stessa un anno si e uno no… Mi chiedo se vale la pena faticare tanto per concludere a volte stagioni disastrose…però dopo più di vent’anni, penso che ora si può solo guardare avanti…. Non credo che il prezzo di mercato dipenda da una sola persona… E la credibilità dobbiamo guadagnarcela con le nostre forze… Sicuro è che noi coltivatori ce la mettiamo tutta…. Pure mettendo in campo ogni strategia possibile per fare sempre meglio…non è restando fermi a guardare che si cambiano le cose..E magari per dare anche un futuro ai giovani che ancora vorranno vivere di agricoltura…
Mi permetta di dubitare, ancora una volta, che mettere un marchio a forte evocazione territoriale su materie prime extraterritorialii sia un modo sicuro per guardare avanti e assicurare un futuro ai giovani. Almeno nell’agroalimentare. La storia recente del vino trentino di cui il globalista Rizzoli è stato magnifico architetto, dimostra il contrario. Dopo di che, davvero vi auguro un grandissimo in bocca al lupo. Ps: ho pubblicato quell foto senza alcun intento polemico nei confronti di Santorsola, ma solo per evidenziare le contraddizioni della politica agricola agita in Trentino.
Lara Cimadon se lavora e paga le tasse sono contento, ma sappia che nessuno mi sta pagando la pensione,me la sono pagata versando il mio dovuto e comunque, oltretutto io ho rinunciato alla pensione a favore di una associazione per i bambini abbandonati… se invece voi di parlare a vamvera guardaste con chi parlate e poi caso mai rispondeste a proposito e non andando fuori da quello che era i il discorso iniziale,…poi il rispetto si ha quando prima si porta rispetto , io ho risposto solo e a tono verso, Trivella per come ha cominciato a definirmi QUELLO LI….il quello li lo dia a suo fratello…..
Tiziano Bianchi questo è il punto…..ma per qualcuno è difficile da capire…
Non mi permetterei mai di criticare le scelte di vita degli altri… Altresì non accetto critiche rispetto alle nostre e al fatto che noi decidiamo di restare nei nostri paesi…. Sul territorio… E siamo costretti a combattere tutti i giorni per continuare ad avere un lavoro…. Tornando al discorso iniziale… Visto che non volevamo uscire da quello….proprio di questo si tratta…. Strategie di mercato… Pagheranno?…se non proviamo ad avere un po’ di fiducia in noi stessi… Non possiamo aspettarci che siano altri ad averla per noi…. Chi vivrà vedrà….
Giacomo Adami sa vot ghe te diga….da giornalista sono tanti anni che sottolineo e racconto queste contraddizioni. si vede che sono un pessimo giornalista e non mi faccio capire.
Tiziano Bianchi no disei , no ghe pu sordo de chi no vol sentir…..ciao e continua cosi….
Messico, frazione di Mori?
Si …li dietro l angolo…anzi no dietro la cantina
Per un attimo avevo pensato potesse essere una frazione di Rovereto…
be’ vicino a Mori c’è una località “Asmara”
Alessandro Ghezzer dove
Tiziano Bianchi https://www.openstreetmap.org/node/2874367046#map=18/45.86681/10.99745
ma guarda un po’….. Grazie!
ci sono anche delle fortificazioni della grande guerra
hai ragione….adeso mi viene in mente….ci avevano combinato qualcosa anche gli schuetzen della destra adige …li…qualche anno fa… ora ricordo…
Ma davvero si riferisce al Paese di provenienza? Non è che magari uno dei loro magazzini ha questo nome?
Si e ogni tanto in quel magazzino viene Paolo Conte a cantare Messico e Nuvole
ci veniva anche Jannacci
Non so se avete risposto a me. Ma in ogni caso vi ringrazio
Lorenza Miorelli si si abbiamo risposto a te
Tiziano Bianchi , grazie di nuovo
E che dire degli asparagi del Vietnam …
io in un Brico ho trovato la casetta in Canadà
In realtà l altro giorno in un punto vendita rifilornito da SAIT ho trovato anche gli asparagi bianchi del Perù.
ma gli asparagi peruviani sono ormai un classico da anni. Io i un despar a Piné le cipolle australiane
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10201429764739117&set=a.3392892234150.143127.1624996266&type=3&permPage=1
Eh ho capito…. Capisco anche che si possano mangiare asparagi peruviani in estate….o in inverno….ma cazzo sono stagionali da noi…..in questi giorni…e fra l’ altro allo stesso prezzo
A me pare una depravazione… Sia del consumatore che del distributore territoriale (coop sait)
mi ricordo benissimo che le cipolle austrialiane avevo lo stesso prezzo di quelle italiane… le vie del commercio sono infinite
e comunque resta il grande classico dei pomodori che vengono dall’Olanda, nel paese del Sole… in certi supermercati trovi solo quelli olandesi
Ma no dai porca troia. I m’ha sempre dat del medievale ma a sto punto la gogna pubblica l’è el male minore
Prodotti provinciali a km zero ma ci facciano un piacere..
Dal Messico.. Avevo visto mirtilli le Cile lamponi del Marocco.. Ma questa del Messico è un novità
i doverà pur empienirlo el magazin pu grant de europa al cirè
Ecco appunto….questo è… Un po’ come si è fatto con il vino. Si remunerano le scarse produzioni locali, anziché valorizzandone l origine territoriale, con il gigantismo commerciale agito su altre materie prime di altra origine e a basso costo. Come si è fatto con il vino. E infatti a dirigere Sant’ Orsola è stato chiamato un efficientissimo manager che 30 anni fa fu l architetto del vino global trentino.
i conti andrebbero fatti alla fine: queste operazioni arricchiscono o impoveriscono il Trentino? E’ come per l’industria attirata qui coi contributi negli anni ’60. Vengono qua, inquinano, distruggono paesaggio, la salute di lavoratori e cittadini, poi falliscono o se ne vanno. Sant’Orsola nata per vendere piccoli frutti del trentino e che poi importa more dal Messico ha senso?
Alessandro Ghezzer così pare anche a me.
l’industria “straniera” foraggiata dall’ente pubblico forse aveva un senso nel dopoguerra per creare lavoro, ma oggi? Capisco che non sia facile essere lungimiranti, ma qui pare che la politica guardi solo al tutto e subito
Alessandro Ghezzer qui si guarda lontano dal Messico al Qatar
sempre di strabismo si tratta 🙂
mamma mia