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Cosimo … e cosa vuoi commentare …
E nessuna notizia, fino ad ora compare, fra le news di Consorzio Vini. E la ragione è anche abbastanza semplice: cvt controllato dagli oligpolisti del vino trentino non hanno alcun interesse per il mercato locale e per la reputazione locale. Poiché il loro core business è fortemente sbilanciato sul mercato estero (circa 80%)
Aggiungerei, sul mercato estero e con vino non trentino
Nicola Tretter si..prevalentemente non trentino. prevalentemente….Prosecco Doc (Lunetta) included
Tiziano Bianchi anche se va detto che agli americani basta vedere sull’etichetta “Product in Italy” e si bevono pure l’idraulico liquido ….
Nicola Tretter di questo non sarei tanto sicuro.
Ho visto grosse cantine, che conoscerai bene, comprare cisterne di merlot in Veneto a qualche cent al litro, imbottigliarlo con accattivanti etichette con richiami all’Italia (negli USA tira molto Venezia) e rivenderle in America a 8-9 dollari la bottiglia, o anche più
Nicola Tretter Sugli scaffali americani arriva di tutto. Come arriva di tutto sugli scaffali italiani (il vino in bottiglia più venduto in gdo è il Freschello che costa 1,5 / 2 euro bottiiglia).
Negli stati uniti arriva di tutto, ma non necessariamente di pessima qualità. Anzi, per esempio la linea AltaLuna di Cavit è una signora linea (prodotta solo per il mercato americano) che sta sempre sopra i 10 euro e arriva anche a 15. Così il prosecco Lunetta è un un buon prosecco in un range fra i 10 e 12 euro.
E poi gli stati uniti ormai sono il 4 produttore mondiale di vino (con una media di 23 milioni di hl anno) dopo Italia, Spagna e Francia. E quindi non sarei tanto convinto che mediamente si bevano idraulico liquido.
Tiziano Bianchi era ovviamente un modo di dire
e il mio era un modo per dire…che gli americani….almeno per il vino non vanno sottovalutati…ma questo c’entra poco con un consorzio vini che pur avendo imbastito una partnership con l’adunata, non è ancora riuscito a dare comunicazione di alcuna iniziativa. non si è preso nemmeno la briga di mandare dieci righe agli alpini, per spiegare cosa sia cvt e quale sia il suo ruolo.
Tiziano Bianchi c’è tempo … 😮 (e intanto i veneti hanno già preparato il prosecco dedicato)
Per ora lo spazio riservato dagli organizzatori dell’adunata al partner CVT appare desolatamente vuoto
Direi più che altro come non fare bene cose che sarebbe naturale fare. Il problema non è la cantina veneta che coglie la ribalta e distribuisce il suo vino “evocativo”, ma il trentino che questa cosa al contrario non la fa. Comunque Consorzio Vini del Trentino compare fra i partner ufficiali dell’adunata quindi puo anche essere che ci siano in arrivo iniziative simili promosse o agevolate da cvt.
Come fare male anche le cose più ovvie…
e comunque sul sito dell’adunata il logo di CVT compare, ma sul sito di CVT quello dell’adunata non compare.
Queste aquile del marketing saranno di Brentonico!
Io ho un bottiglione di Abate nero
Ecco . .il fronte della boza
Direi che il comitato organizzatore può attaccarsi al .. fiasco 😀
Infatti 🙂
Questo, credo sia stato registrato. Dietro ci sono enormi interessi con il cosiddetto merchandising
ma questo è il logo dell’adunata. Una bottiglia di vino con scritto solo “trento 2018” non viola nessun copyright
Non ho visto la bottiglia, quondi non ti so rispondere. Poi bisogna vedere se gli organizzatori hanno registrato solo il logo o altro, tipo le scritte con una determinata grafica
fatico a vedere dove sarebbe la violazione del copyright. Semmai i veneti sono sempre più svegli dei nostri, come da tradizione
il marchio dell’adunata….. semmai è quello ad essere protetto
ma il copyright quale sarebbe?
Alessandro Ghezzer se sulla bottiglia hanno messo un logo o altro segno grafico distintivo che era stato preventivamente registrato, c’è violazione. Se invece si sono limitati a scrivere “Trento 2018”, con grafica diversa, allora no. Bisognerebbe vedere una foto della bottiglia
Se mi è permesso, la questione per noi di questo sito non è tanto se l’etichetta richiami o meno il logo dell’Adunata (che di suo rimanda alla targa d’ottone del PD che vediamo ogni sera al TG), quanto piuttosto la scritta TRENTO 2018 che su una bottiglia di Prosecco non ci può stare per nessun motivo, essendo Trento una DOC, quindi sottoposta a tutela. Se alla tutela non ci pensano quelli del Consorzio o dell’Istituto del Trentodoc, ci penseranno – voglio sperare – le Istituzioni. Altrimenti è meglio che chiudiamo baracca e burattini.
Aggiungo: anche il 2018 è fuorviante, perché non corrisponde all’annata di produzione (a meno che non si tratti di vino sudamericano vendemmiato a febbraio ’18, ma allora non potrebbe essere nemmeno Prosecco). Come si vede, se si vuole vedere, ce n’è per condannare e buttare la chiave, altro che buonismo.
Nicola Tretter appunto, ma da quello che si legge non c’è evidenza di una violazione del copyright
E che ne so, devi vedere la bottiglia. Tu tu fidi di quello che scrivono questi?
Nicola Tretter io no, infatti come ho detto non ci sono evidenze leggendo l’articolo. Magari serviva a fare un poco di caciara 🙂
Poi tieni conto che quello del copyright è davvero un terreno scivoloso. Anni fa un’azienda fu condannata perché produceva abbigliamento sportivo che, pur non riportando il logo o la scritta Ferrari, era uguale all’originale
https://www.quattroruote.it/news/eventi/2009/11/25/copyright_per_il_rosso_ferrari.html