Sabato 2 giugno a Mezzocorona i Vignaioli del Trentino organizzano una giornata di relax in mezzo ai vigneti, all’ombra delle pergole, seduti sull’erba verde dei filari del campo rotaliano: il posto giusto per il vino giusto!
Da anni, il week end di Pentecoste i Vigneron Independant invitano tutti i francesi ad un “pique nique” organizzato sull’erba dei loro vigneti, attrezzati per l’occasione con tavoli, sedie, ombrelloni e con le immancabili coperte. Il principio è molto semplice: i partecipanti possono portare il loro cestino col pranzo al sacco, e il Vignaiolo mette il suo vino. L’evento è aperto a tutti, appassionati, amatori, curiosi che desiderano scoprire il vino, le viti e la professione del Vignaiolo. Un’iniziativa speciale, che richiama ogni anno migliaia di francesi che, per un giorno, vanno a incontrare i Vignaioli direttamente lì dove lavorano e producono il vino che sono soliti consumare sulle loro tavole.
I Vignaioli del Trentino hanno deciso di portare sul loro territorio questo bellissimo format, per coinvolgere tutti gli appassionati di vino e le loro famiglie in un’esperienza insolita, fatta di socialità, divertimento e relax all’insegna del vino di qualità, artigianale e di terroir.
Per questo primo anno, l’evento “Picnic con i Vignaioli” sarà organizzato in una sola azienda, ma coinvolgendo tutte le 60 aziende socie del Consorzio. La location è stata individuata nell’azienda agricola Martinelli di Mezzocorona, storica cantina dall’animo giovane, che si presta benissimo ad un evento di questo genere, avendo ampi spazi nella struttura aziendale e i vigneti contigui, in un angolo straordinario di Piana Rotaliana.
Appuntamento sabato 2 giugno, dalle 11.00 alle 20.00, con ingresso da via del Castello 10. Si raccomanda di parcheggiare presso il parcheggio multipiano in centro a Mezzocorona e di raggiungere la Cantina Martinelli dopo una breve passeggiata. L’ingresso è gratuito: si potrà acquistare il vino al bicchiere o in bottiglia, e i bicchieri saranno messi a disposizione dai Vignaioli. Chi non potesse portarsi il cestino del picnic con il pranzo al sacco, potrà acquistare ottimi panini preparati col pane del panificio Moderno di Rovereto, salumi della Macelleria Zanotelli di Cembra e formaggi dell’azienda agricola Casanova Riccardo di Pejo, oltre ai prodotti gourmet di Trota Oro di Preore e al Trentin Sushi del Laboratorio culinario Al Silenzio di Rovereto. Avvertenza fondamentale: i partecipanti si devono portare la coperta da picnic! Alle 17.00, concerto dei Blow Up.
L’evento è organizzato con il supporto della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino nell’ambito del coordinamento delle manifestazioni enologiche provinciali (#trentinowinefest) e in collaborazione con il Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg.
Per info:
Giornalista e blogger con uno sguardo curioso, e a volte provocatorio, verso la politiche agricole; appassionato di vino, animatore di degustazioni fra amici e di iniziative a sfondo enologico, è tra i fondatori di Skywine – Quaderni di Viticultura e di Trentino Wine. Territorialista, autoctonista e anche un po’ comunista. Insomma contiene moltitudini e non se ne dispiace!
ciao a tutti,non sapevo dove dirlo e allora lo scrivo qua,se serve un collegamento se ne parli al pic nic…..oggi al gr1 del trentino-alto adige ,poco dopo le 12 hanno parlato del giro d’italia.della tappa di ieri,la crono da trento a rovereto e di quella di oggi da riva ad iseo,patria delle BOLLICINE!!
interpreto male io,ho le fissazioni,o due parole sulle bollicine si potevano spendere anche per noi?
non voglio giustificare alcuno. Ma sono certo che fino ad un anno fa i vertici promozionali della denominazione TRENTO erano ostili a mescolare le “bollicine di montagna” con uno sport cosi popolare come il ciclismo. Quindi probabilmente, ma la butto li come ipotesi, nemmeno quest’anno si sono mobilitati per sollecitare l’attenzione del carovana del giro.
grazie tiziano.chiarissimo.
sta di fatto che oggi alla radio per tutta la radiocronaca è stato sottolineato che si arriva nella terra del franciacorta….se tanto mi da tanto i vertici della denominazione trento si saranno fatti l’idea che quelle sono bollicine per fasce popolari e non si spiegheranno come mai spuntano certi prezzi.
Ti ringrazio Cesare per le sollecitazioni, che mi danno modo di tornare su alcune questioni. Su cui ho scritto tanto in passato. E che da tempo non ripeto più per timore di essere noioso.
Alcuni anni fa una sera, forse era notte,un grande maestro come Nello Letrari, mi disse: “Il Trento deve diventare uno spumante popolare, bisognerebbe fare le feste campestri del metodo classico come si fanno le feste della birra. Anzi meno feste della birra e più feste dello spumante”. Lui la pensava così – posso garantire che la pensava così perchè questa cosa a suo tempo la ho scritta e lui non ha smentì– e io con lui.
Ma i vertici promozionali della Trento (prima in capo a Trentino Marketing e ora in capo a Istituto Trento Doc, ma sempre con i soldi di Trentino Marketing quindi della Pat) la pensavano diversamente allora. E mi pare continuino a pensarla diversamente ora.
Torno al ciclismo, alcuni anni fa – non molti, due o tre – per ragioni di amicizia fui coinvolto seppure marginalmente nel circuito del Giro del Trentino. Insieme agli amici Erwin e Roberto – in realtà si impegnarono più loro di me – si tentò la strada di coinvolgere la Trento nella carovana del giro (bottiglie per le premiazioni sul palco d’onore etc etc), ma incontrammo un’ostilità formidabile. Erwin e Roberto lo possono confermare. Era un’ostilità motivata più o meno in questa maniera: il nostro target è di fascia alta, il ciclismo è uno sport popolare da Prosecco (naturalmente riassumo). Riuscimmo a portare sul palco delle premiazioni alcune bottiglie, ma fu una fatica della madonna e per farlo dovemmo far intervenire la sfera politica.
Su Franciacorta: lì hanno sposato politiche promozionali diverse, mescolando secondo me alla perfezione diversi segmenti di riferimento: il fashion milanese, il target popolare (pizza e franciacorta), l’arte e gli aperitivi di tutti i giorni. Insomma si sono mossi intelligentemente cercando di egemonizzare tutte le fasce di consumo potenzialmente interessate. A Trento, per tante ragioni e forse soprattutto perché ci consideriamo sempre i migliori del mondo – ho sentito con le mie orecchie il direttore del Roccabruna Leveghi sostenere che Trento batte Champagne dieci a zero – e questa presunzione ci invischia dentro un inesorabile e soffocante cortocircuito autoreferenziale, invece ci si è focalizzati esclusivamente su una promozione mirata alla fascia alta. Non so chi abbia ragione (o meglio lo so ma non lo dico) ma mi pare che le cose stiano più o meno così e questo spiegherebbe anche l’assenza della Trento dal Giro.
Infine un’ultima considerazione sulla tua allusione ai prezzi. Se le cose stanno come dicono loro (Istituto Trento Doc) non c’è alcun dubbio che la ragione stia dalla loro parte. Il loro Osservatorio (che altro non è che la sommatoria di autocertificazioni private) sostiene che nel 2017 sono state vendute 9 milioni di bottiglie (il che è verosimile, Franciacorta ne vende 17 milioni) e che queste hanno prodotto un fatturato di cento milioni di euro. Questo vuol dire che le bottiglie della denominazione Trento escono dalle cantine mediamente a 11 euro e rotti (iva esclusa). Ora è chiaro che non si capisce come i m.c. commerciali cooperativi (altemasi e rotari e cesarini) si trovino in gdo a meno di dieci euro. E nemmeno con quale magheggio si ritrovi il Ferrari base a 14 (sempre in gdo) se il prezzo medio ex cantina è di 11. Sempre tenendo conto che la metà del giro di affari della Trento (a differenza di Franciacorta) si sviluppa in GDO. Comunque se i numeri sono questi, quelli che dicono loro, allora hanno ragione loro a snobbare il Giro d’Italia e le feste popolari.
……ma che piccola storia ignobile sei venuto a raccontarmi……
ad maiora!
hai ragione Cesare è una piccola storia ignobile…che
non vale due colonne su un giornale
……
e i politici han ben altro a cui pensare