L’Azienda Agricola Le Corne di Grumello del Monte ha ospitato la quarta edizione di ‘Bergamo, vino en primeur’una manifestazione nata dalla voglia di un gruppo di produttori vinicoli bergamaschi di mettersi in gioco e confrontarsi con un pubblico di settore.
L’evento, solo su invito e con accredito, ha visto la partecipazione di tutti quei professionisti legati al mondo del vino: distributori, buyer, ristoratori, titolari di enoteche, sommelier e degustatori, giudici di concorsi internazionali e stampa specializzata. Il focus era il vino: la degustazione en primeur, nata in Francia, consiste nell’assaggiare il prodotto dell’ultima vendemmia per comprendere e valutare il vino che verrà. Senza dubbio un taglio tecnico e, al tempo stesso, didattico; utile per iniziare a capire l’evoluzione del vino, importante per avere indicazioni sul lungo percorso da fare prima di arrivare all’imbottigliamento e alla commercializzazione. Dodici aziende, Caminella – Le Corne – La Collina -Tenuta Castello di Grumello – Tenuta Le Mojole – La Rocchetta – Valba – Pecis – Tenuta Casa Virginia – Tosca – Eligio Magri e infine Sant’Egidio, come per le passate edizioni, dodici terreni ed esposizioni differenti a rappresentare quella magnifica fascia collinare che va dall’Adda all’Oglio. Una terra, quella della provincia di Bergamo, che non produce solo il classico taglio bordolese: ottimi i vini bianchi frutto di vari vitigni, gli spumanti, i vitigni autoctoni come il Franconia o la Merera in purezza di cui l’unico produttore è la Tenuta Castello di Grumello col suo Brolo dei Guelfi.
Come per le passate edizioni, una personalità del mondo del vino ha introdotto la degustazione: il prof. Luigi Moio, uno dei massimi esperti di Enologia, ordinario all’Università di Napoli e autore del bellissimo volume Il Respiro del Vino. Il prof. Moio ha posto l’accento sull’importanza del 45 parallelo, al nord e al sud del quale nascono i più grandi vini, bianchi e rossi: è il parallelo che attraversa anche l’area vinicola della provincia di Bergamo, non solo la regione di Bordeaux. L’importanza di scegliere quale modello di vino fare (ricordiamo che nella zona bergamasca i vitigni internazionali più presenti sono il Cabernet Sauvignon e il Merlot), la capacità di capire il territorio, come piantare, come equilibrare due varietà così diverse dal punto di vista delle molecole: ogni aspetto è importante e fondamentale per produrre un ottimo vino. Evidenziare e far riconoscere l’identità di un vino per rendere immediatamente distinguibile un territorio è la chiave per diffondere le aree vitivinicole meno note ma non meno interessanti. I giornalisti e i professionisti di settore invitati ad incontrare i produttori hanno piacevolmente scoperto e riscoperto una fascia collinare, a due passi da Milano, ricca di proposte, di storia e bella da vivere, dove la qualità della produzione è in continua crescita.
Il vino affascina, coinvolge e il territorio di Bergamo ha potenzialità straordinarie ma fino ad ora non ancora colte e impiegate come dovrebbe, da qui molti gli spunti per intraprendere azioni più incisive.
Non solo vino a ‘Bergamo, vino en primeur’, la manifestazione è nata e resta profondamente radicata sul territorio: ad accompagnare la degustazione i grandi salumi di Podere Montizzolo, azienda con sede a Caravaggio e CasArrigoni con i formidabili formaggi della Valtaleggio. La bellezza del luogo e della sua natura, la piacevolezza del clima hanno fatto dell’evento un appuntamento da non perdere per le prossime edizioni.
Sono nata a settembre, nel ’79 del secolo scorso. Sono laureata in giurisprudenza. Vivo da sola ma con tre cani, in una piccola casetta da cui posso godere di un panorama rassicurante e meraviglioso. Mi piace il vino buono e mi piace raccontarlo