Con i tuoi entusiasmi lenti precisati da ricordi stagionali
e una bella addormentata che si sveglia a tutto quel che le regali
con il tuo collezionismo
di parole complicate
la tua ultima canzone per l’estate.
(Canzone per l’estate – Fabrizio De Andrè)
Un vino per l’estate ci vuole.
Come ci vuole una canzone per l’estate.
Il mio vino per l’estate 2018 lo ho scelto (e scoperto) l’altra sera. È il Kerner Dolomiti (2017 – 13 vol.) dei Produttori di Toblino (Valle dei Laghi – Trentino).
Devo dire che lo ho eletto a vino per le serate estive di luglio e agosto (e speriamo anche setttembre) perché mi ha sorpreso. Felicemente. E mi ha riconciliato con questa varietà.
Fino a questa bottiglia, il Kerner mi aveva sempre messo un po’ in soggezione. Per questo mi ci sono avvicinato raramente. Ne conoscevo soprattutto le versioni Doc Alto Adige e, al di là della perfezione stilistica, le ho sempre sentite come estranee al mio gusto personale, a volte per un eccesso alcolico, a volte per un eccesso aromatico. Spesso ne ho incontrate interpretazioni troppo voluminose e pesantemente aromatiche.
E invece con il Kerner Dolomiti di Toblino è stata tutta un’altra storia.
Intanto due parole su questo vitigno, che forse non è notissimo a tutti. Fu creato in Germania alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, incrociando il nobilissimo Riesling Renano (ma quanto è generoso e creativo questo vitigno, padre anche del Mueller Thurgau e del Manzoni Bianco?) e la Schiava Grossa. Il nome è un omaggio al poeta romantico Justinus Kerner, letterato visionario, scienziato esoterico e anche medico. Un grande tedesco dell’Ottocento che al vino dedicò una certa parte della sua vena creativa.
Ma torniamo alla bottiglia dell’altra sera (accompagnata da un piatto di Bigoli con le sarde del Garda). Il colore è molto scarico e si innerva di riflessi vegetali, come da tipicità varietale. Ma è il naso che sorprende. Intesse subito una sinfonia colorata di agrumi: del resto siamo in prossimità della terra delle grandi e storiche limonaie del Garda. Sarà una suggestione, ma solo ad annusarlo mi pareva di rivedere le bellissime piante di limone gardesano. E insieme gli agrumeti aranciati di Sicilia. In questa trama emerge di tanto in tanto il profumo della pesca gialla ancora non del tutto matura e un po asprigna che si interseca con una leggera speziatura moscata. Un promessa dell’olfatto naso, che la bocca mantiene. Le sensazioni di prima diventano più precise e definite, si inseriscono note di mela verde, di mango e atmosfere tropicali. Una sensazione assolutamente rinfrescante che nella calura umida dell’altra sera ebbe del miracoloso. Forse grazie anche ad una buona acidità e ad un sottofondo di idrocarburi che la integrano.
Per tutto questo, il Kerner Dolomitico di Toblino è inappellabilmente il mio vino perfetto per l’estate 2018.
Giornalista e blogger con uno sguardo curioso, e a volte provocatorio, verso la politiche agricole; appassionato di vino, animatore di degustazioni fra amici e di iniziative a sfondo enologico, è tra i fondatori di Skywine – Quaderni di Viticultura e di Trentino Wine. Territorialista, autoctonista e anche un po’ comunista. Insomma contiene moltitudini e non se ne dispiace!
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