Pur provandone orrore, non ho mai temuto, e non temo, le svastiche tatuate e i canti goliardici di Marika Poletti.
Di Marika, al contrario, ho sempre apprezzato, e apprezzo, il rigore intellettuale, il radicalismo estremo, la coerenza ideologica. E l’inclinazione all’analisi critica. Tutte qualità di cui il Trentino, Marika o non Marika, ha bisogno. Forse. O, visto come vanno le cose, forse no.
Ma tant’è. Marika, dopo una spietata campagna mediatica degna di miglior causa, si è dimessa dal Gabinetto dell’assessore Gottardi.
Tuttavia, se fossi nei panni di un dirigente di sinistra, anziché occuparmi di tatuaggi e di scampagnate ferroviarie, comincerei a preoccuparmi della crescente forza attrattiva esercitata dal leghismo e dalla destra sull’elettorato proletario e sottoproletarizzato. Ma anche sulle classi medie e le loro intellettualità.
Un magnetismo che si traduce spesso, e si è già tradotto, in una opportunistica prassi trasformista. E per averne la prova basterebbe dare un’occhiata ai Gabinetti degli assessori Segnana e Zanotelli. O all’assessorato all’Agricoltura aka Old Farts.
#seguirabrindisi
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.