“In un contesto di sempre maggiore razionalizzazione delle risorse, la riforma della Pac (Politica agricola comune) prevista dall’UE per il periodo 2018-2021 ha ridotto gli stanziamenti per il settore agroalimentare europeo, con la conseguenza che anche i fondi per il comparto vitivinicolo italiano hanno subito una contrazione del 4%, passando da 336 milioni all’anno agli attuali 323 milioni. Bruxelles ha poi integrato i tradizionali obiettivi economici (sostegno ai produttori, alla ristrutturazione dei vigneti e alla promozione del vino) con nuovi target di natura sociale e climatico-ambientale. Ciò significa che una parte dei contributi destinati al mondo del vino dovranno d’ora in poi essere investiti anche nella tutela e valorizzazione dell’ambiente”. Gabriele Castelli, responsabile del settore vinicolo dell'”Alleanza cooperative italiane agroalimentare” ha così riassunto i cambiamenti in atto a livello europeo nel campo delle politiche agricole ed agroalimentari nel corso del suo intervento in occasione del convegno “Il vino trentino: tutela dell’identità e tracciabilità” che si è tenuto questa mattina a Palazzo Geremia nell’ambito della seconda giornata di Trentino & Wine. Castelli ha approfondito gli aspetti salienti della nuova riforma in particolare la focalizzazione sul raggiungimento degli obiettivi che ha sostituito l’attenzione rivolta alle modalità applicative. Il tema dell’adozione di pratiche colturali capaci di mediare fra la tutela dell’ambiente e una produttività che sia remunerativa dell’attività agricola è stato al centro dell’intervento di Giuseppe Ciotti, funzionario del Ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo. Ciotti ha sottolineato come non esistano formule magiche capaci di garantire una conciliazione ideale fra i due aspetti, ma solo soluzioni di compromesso, frutto di una collaborazione fra istituzioni, produttori e autorità pubbliche di controllo, che assumono la forma di precisi disciplinari, come quello SQNPI (Sistema di qualità nazionale della produzione integrata) adottato dal Consorzio vini del Trentino. “Si tratta di processi che non sono mai definitivi: per questo lancio un appello – ha concluso Ciotti – a tutti i soggetti che si occupano di tutela ambientale perché partecipino alle commissioni per il miglioramento delle linee guida nazionali”. Attualmente le aziende agricole italiane che adottano il disciplinare SQNPI sono 11.051, fra queste 5.812 sono aziende trentine. Un ruolo importante nel campo delle certificazioni vitivinicole lo ha svolto fin dagli anni ’70 la Camera di Commercio I.A.A. di Trento che si è sempre fatta parte attiva nella diffusione delle denominazioni di origine. Oggi la Camera di Commercio di Trento è un’autorità pubblica di controllo riconosciuta dal Ministero delle politiche agricole e si occupa di tracciabilità del prodotto dalla campagna all’imbottigliamento. L’attività svolta dall’Ente è stata presentata dal direttore dell’Ufficio Organismi di controllo e metrologia legale, Giovanni Clementel. Sul sito www.controllovinitn.it la Camera di Commercio mette a disposizione dell’utenza anche un agile toolche consente ai consumatori, mediante il codice identificativo del lotto presente in etichetta, di conoscere la storia della bottiglia e le caratteristiche del vino DOC che stiamo degustando. Hanno concluso il convegno le presentazioni degli studenti del Contamination Lab dell’Università Ca’ Foscari di Venezia che hanno illustrato alcuni progetti dedicati alla promozione dei prodotti agroalimentari italiani tramite piattaforme digitali pensate per rafforzare il legame fra produttore e consumatore, anche in una prospettiva di marketing territoriale. Ha moderato il convegno Graziano Molon , presidente del Consorzio vini del Trentino; ha introdotto i lavori e ha portato il saluto di tutti gli associati il presidente del Consorzio, Pietro Patton.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.