Bilancio positivo per Castanea 2019, la quattro giorni dedicata alla castanicoltura locale e nazionale organizzata da Fondazione Edmund Mach e Società di Ortoflorifrutticoltura italiana che si è svolta dall’11 al 14 giugno a Pergine, sede individuata in virtù del rilancio che i suoi amministratori vogliono dare a questo tipo di coltura in Valsugana, e già peraltro inventariata nel Patrimonio immateriale delle Regioni Alpine. Un grande successo, sia in termini di partecipanti al settimo convegno nazionale, con oltre 150 esperti da tutta Italia ma anche da Svizzera e Slovenia, e in termini di sinergia organizzativa: l’evento infatti, ha visto dialogare enti, istituzioni e associazioni locali e nazionali che ruotano attorno a questa coltura in fase di rilancio che è il castagno.
Il settimo convegno nazionale sul castagno che si è tenuto presso l’Istituto Marie Curie, diretto dalla ricercatrice FEM Luisa Palmieri in qualità di presidente del Comitato organizzatore, ha visto intervenire il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo con il messaggio video del sottosegretario Alessandra Pesce, la presenza del direttore della Direzione generale delle foreste nell’ambito del Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Mipaaft , Alessandra Stefani, e del funzionario Alberto Manzo. L’evento ha coinvolto anche la Provincia di Trento, in quanto patrocinatore, con l’intervento dell’assessore all’agricoltura, caccia e pesca, Giulia Zanotelli. Castanea ha aperto i battenti martedì 11 giugno al Teatro comunale con una serata dedicata alle 15 associazioni italiane che hanno avuto una possibilità unica di presentare la propria attività e di confrontarsi su problematiche comuni, e l’intervento del direttore generale FEM, Sergio Menapace, dell’assessore del Comune di Pergine, Sergio Paoli e del Presidente di Unione giornalisti agroalimentari (Unaga- FNSI), Roberto Zalambani.
Il dibattito scientifico, iniziato il 12 giugno, ha visto la presentazione in tre giorni di più di novanta contributi scientifici. Sono state toccate diverse tematiche riguardanti le ricadute dell’attività castanicola sulle società e sul paesaggio rurale dove essa viene praticata. Si è passati quindi a problematiche quali la gestione del castagneto sia mediante l’utilizzo di tecniche classiche che di tecnologie più avanzate quali la biologia molecolare ed il telerilevamento, come già avvenuto in altri campi quali il melo o la vite. Si è anche discusso dell’incidenza di diverse patologie e problematiche sanitarie del castagno e delle possibili soluzioni applicabili per arginare l’incidenza della Gnomoniopsis castanea o del cinipide in questa coltura.
Il 13 giugno sono state presentate le diverse attività di ricerca innovative riguardanti il campo medico e nutraceutico, nonché la tracciabilità del frutto e del legno nelle diverse fasi della filiera. La giornata si è conclusa con tematiche riguardanti diversi Programmi di sviluppo rurale dedicati alla castanicoltura in diverse regioni quali il Piemonte, l’Emilia Romagna ed il Lazio, tematiche riguardanti la produzione di castagne e la gestione fiscale o la non ancora risolta definizione di castagneto da frutto e castagneto da legno. Tutti gli argomenti trattati hanno gettato le basi per la definizione delle linee guida della castanicoltura italiana per il prossimo decennio che saranno definite a livello ministeriale al tavolo di filiera del castagno del Mipaaft. Non sono mancati momenti di divulgazione per il grande pubblico con la serata ai Parco Tre Castagni con aperitivi scientifici, mostre, vignette e degustazioni di birra d castagno.
L’evento Castanea organizzata da Fondazione Edmund Mach e Società di Ortoflorifrutticoltura italiana è stato patrocinato dalle seguenti istituzioni ed associazioni: Provincia autonoma di Trento, Comune di Pergine Valsugana, Associazione Nazionale Città del Castagno, Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Istituto Marie Curie di Pergine Valsugana, Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale, Centro di Castanicoltura Regionale del Piemonte, Centro Studio e Documentazione sul Castagno di Marradi, APT Valsugana Lagorai.
I numeri del castagno
Le aziende agricole con castagneto da frutto in Italia sono circa 18.000 con una superficie investita a castagneto da frutto pari a poco meno di 43.000 ettari per una produzione annua di 50.889 tonellate. Sono inoltre presenti sul territorio 16 prodotti riconosciuti (4 DOP e 6 IGP) comprendenti 14 varietà frutticole, 2 mieli e 2 farine. Il Trentino ha una superficie coltivata a castagneti di 240 ettari per una produzione annua di 15.000 quintali.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.