Nel mio feudo pugliese, mi si apre il cuore quando dopo il meteo regionale di RAI 3 vedo quasi ogni giorno la pubblicità del TrentinGrana.
E’ un richiamo, un ritorno alla memoria dei “caselli” della mia lontana giovinezza, ai campanacci delle mucche della Val di Non sostituiti da tante mele.
E’ dal 2014 che si investe massicciamente (vedi Campari Academy) in queste direzioni anche se oggi non mi pare poi tanto così “massicciamente”.
Orgoglioso della sollecitazione mi metto in caccia dai più noti supermercati ai ristoranti più raffinati di questa grana del Trentino, difficilissima da trovare e quindi da comprare.
Indago meglio, chiedo di persona. “Abbiamo quello Padano…”, “Desidera il Parmiggggiano?” ”Assaggi questo. E’ km Zero!”
Mi reco sconsolato in quei supermercati con marchio tipicamente asburgico-guglielmone. Niente.
Ma qui ho il piacere di trovare la carne salada della valle Lagarina e i wiener wurstel dei Recla.
Di vini trentini, niet e poi niet.
Chi si accontenta gode, così godo subito di questi prodotti poco reclamizzati ma presenti, qui nel profondo sud, terra di conquista di due partiti e terra di sconfitta di uno solo.
Terra, non dimentichiamolo, niente popo’ di meno che di Federico II di Svevia!
La voglia cresce. Percepisco nelle narici il profumo dei nostri pascoli, la stagionatura accurata delle nostre cantine, odo il toc toc dei maestri che controllano accuratamente invecchiamento e stagionatura; al palato sento sapore di stalla e di fieno tagliato.
Considerato che di fortuna ne ho talvolta poca mi faccio una navigata, non sul Garda (territorio in crescita per l’olio), ma sul web. E qui la sorpresa. Lo trovo su Amazon. Circa 500 gr a Eur 18.40 + 9.90 di spedizione. E facendo parte anch’io di una terra di santi, profeti, artisti e navigatori continuo la mia crociera.
Su questo sito si dice che a maggio 2019 il costo di un Kg stagionato è al massimo di Eur 10.20 mentre su questo nella il 17 maggio 2018 si annunciava che “…. entrando nell’assortimento delle due più importanti piattaforme di commercio on line, Amazon ed E-bay, proponendo un assortimento più completo e che rispecchia al meglio il nostro mondo”.
Ci voleva tanto a dire su Rai 3 che questo gioiello trentino lo trovi più a portata di mouse (ovviamente “topo”) piuttosto che nella normale distribuzione?
Magari facendo pagare una quota anche alle note confraternite di vendita on line.
Dico la verità, ho abbandonato questa ricerca del mio tempo perduto dedicandomi però all’Asiago Dop che qui lo trovi anche sulle panchine a mare.
Non sapevo, Giuliano, che la madre dei pubblicitari-somari fosse di nuovo incinta. Ricordi cosa disse Michele Tarquini della McCann Erickson quando speravamo negli spot TV e nelle prestigiose riviste settimanali (allora diffusissime) per risalire la china dello scandalo del metanolo (1986-87)? A muso duro spiegò che sarebbero stati soldi buttati quelli spesi per coprire il mercato nazionale, essendo allora la distribuzione dei vini trentini presente solo nel nord Italia e pure a macchia di leopardo. Obtorto collo, ma con soddisfazione finale, dovemmo accontentarci dei quotidiani in b/n di provincia, rinunciando sia ai video che al colore.
Ora, dopo oltre 30 anni, l’agenzia somara dei casari oltre a far sperperare soldi dei produttori, riesce a fare di peggio, innescando la classica reazione negativa del consumatore frustrato perché non trova il prodotto reclamizzato sotto casa. E tu ne hai dato perfetta testimonianza. Somari e ignoranti quelli che non vogliono imparare dalle esperienze pregresse.
Bravo Angelo ! Eravamo in dubbio e per nulla d’accordo con tutto ciò.
Molti nel CVT sposavano l’idea e quando ci affannavamo a spiegare che se non c’è distribuzione corretta si può anche produrre meno e organizzarsi meglio pochi capivano come pochi capirono nelle lezioni di marketing e vendita – gratuite – da entrambi promosse in sede.
Ma i “sopravvissuti” in fondo hanno capito. Parlo ad esempio di Pojer e Marzadro. Gli altri penso meno.
Peccato – almeno abbiamo fatto onestamente il nostro mestiere e professione. E almeno questo ci rimane.
Altri hanno venduto e svenduto, si rifugiano nelle vigne sponsorizzate ad personam, per un pugno di euro !
Ma va bene, va bene così visto che il nostro Trentino è ora preso da orsi da catturare (S. Romedio li protegga !), tra le palle del Mart e delle Albere, dalla Roma che non soggiorna più, e da tutte le altre facezie giornaliere che non permettono ora di vivere con onestà,
dignità e intelligenza. Dirò di più ; la Whirlpool se ne andò e ci dette un bel bidone che come al solito avevamo pagato. Pensa, adesso cerca di darlo in Campania e sulla nostra stampa nessuno ricorda il fatto.
Perchè ? Perchè forse siamo divenuti la terra dei sepolti vivi !
PS – Michele Tarquini è tornato a Roma e sembra che abbia un ristorante. Non so se propagandi prodotti trentini ma certo che sa pensare ai fatti suoi …….
Errore e mi scuso :
Michele Tarquini è a Bologna https://www.accademiaitalianadellacucina.it/it/ristoranti/ristorante/717-aroma-de-roma con cucina tipicamente… laziale !