A margine dell’ammissione delle colline del Conegliano e Valdobbiadene fra i beni tutelati dall’Unesco, per non tradire il tradizionale provincialismo altalenante fra autarchia e autoreferenzialismo delle classi dirigenti trentine, lo svettante assessore al Turismo della Provincia di Trento, Roberto Failoni ha dichiarato alla stampa: «… Io ho una sorta di sogno, che mi auguro di vedere realizzato. Quale? Quello che ad un avventore che entra in un locale della nostra provincia e chieda un “Bicchiere di Prosecco”, si risponda “Ci scusi, ma qui noi serviamo il Trento doc“».
Assessore, mi consenta una breve chiosa. A parte le bollicine (ma quelle le fa anche la Coca Cola) cosa c’entra il Prosecco con il Trento? Che senso ha mettere in competizione due territori e due terroir? E mettere a confronto due metodi così differenti? E vitigni così diversi? Mi permetta di dirle, caro (?) assessore che questo modo di ragionare rischia di essere dannoso, e perfino suicidiario, proprio sotto il profilo dell’identità interpretata in chiave territorialista. E fa male soprattutto al Trentino.

È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Analisi perfetta la tua.
Il bravo assessore beve nella foto un rosso (al contrario di Zaia sempre elegante e sorridente) e pensa di mettere una pezza sul fatto che lo spumante trentino non possieda ancora un “nome” come quello del Prosecco, che un gruppo come i Lunelli abbia investito recentemente anche in questa direzione e che lo spumante trentino sia al dettaglio che al ristorante ha prezzi elevati quasi fosse champagne.
Ed ecco che sognando ad occhi aperti genera – senza far nulla – grandi speranze: “Quale? Quello che a un avventore che entra in un locale della nostra provincia e chieda un “Bicchiere di Prosecco”, si risponda “Ci scusi, ma qui noi serviamo il Trento doc“».
Dunque la colpa è dei ristoratori locali ?! Chissà che ne pensano Peterlana e Polonioli.
Poi sorge subito una domanda : nella bouvette della Provincia si brinda con le bollicine Trento
o con il solito spriz ? Ad ogni modo è proprio “pezo el tacòn del buso” !!!!!!