Si sentiva il bisogno impellente del mago Tiresia di San Michele all’Adige per certificare che la sfida del futuro si vince con la qualità. E forse questa non è nemmeno la risposta giusta.
Perché la “qualità”, da sola, è un’astrazione. C’è invece solo un marcatore, dato il presupposto della qualità, che consente di attrezzarsi nella competizione con il futuro, soprattutto per un areale così piccolo e difficoltoso e aspro come il Trentino: il territorio.
La qualità ne è condizione e forse ne è esito.
Eppure non ho mai sentito l’assessore all’Agricoltura Zantotelli, che ieri ha portato il suo scapigliato ciuffo biondo al convegno dei veggenti di San Michele, spendere una parola su questo tema. Anzi, come il suo padre padre politico, il caudillo di Piazza Dante, e in perfetta continuità con i suoi predecessori, si è sempre mostrata prona e china alle ai desiderata globalisti degli industriali del vino merce e degli importatori di piccoli frutti messicani.
Indifferente al territorio e all’identità della filiera agroalimentare locale.
#seguirabrindisi
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.