Gli Agrari sono da secoli la bilancia dell’economia di una nazione (danno da mangiare), quelli che si rivoltano ogni tanto (Rivoluzione Francese), quelli che chiedono continuamente di sopravvivere (sussidi di Stato o Regione). Negli Agrari metto gli agricoltori di pomi e frumento, i macellatori, i trasformatori seri che acquistano nel territorio e non comprano patate in Olanda e suini all’est.
Continua a leggere...Poco fa ho letto sul numero in edicola di Vita Trentina della richiesta di Docg per il Vino Santo. Mi è parso tutto superficiale, scontato, per nulla informativo al lettore non specialista. Per questo è necessario chiarire alcuni aspetti per chi non conosce i fondamentali. Ci provo con questo breve decalogo. E concludo con una proposta. 1. Vino Santo non
Continua a leggere...Qualora la richiesta di riconoscimento della denominazione di origine controllata e garantita avanzata dai produttori della Valle dei Laghi (mi pare siano otto) per il Vino Santo dovesse andare in porto (e ci sono buone probabilità che in porto ci vada davvero, e poi vedremo il perché), questa nuova DOCG in un colpo solo taglierebbe almeno due traguardi. Uno tutto
Continua a leggere...La Tribuna di Treviso ci informa che secondo l’ISPRA, l’agenzia di stato per la ricerca ambientale, sulle colline del Prosecco, appena proclamatete patrimonio Unesco, anche i vigneti consumano il suolo, insieme al cemento e all’asfalto. Bene se la vigna è equiparata ad un cantiere, vuol dire che l’unico suolo buono, e l’unico verde buono, è quello della jungla e delle
Continua a leggere...Grazie, grazie, grazie. Grazie a il Giornale e grazie ad Antonio Maietta, sommelier dei sommelier italiani, che non cadono nella trappola linguistica e concettuale del TRENTODOC; e correttamente, quando parlano e scrivono, di metodo classico trentino e del territorio da cui nasce, usano l’espressione inappuntabile TRENTO DOC. Mostrando di conoscere la differenza fra una denominazione un brand commerciale da salotto.
Continua a leggere...Torno sul discorso abbozzato nel post di ieri, sul rapporto fra qualità e territorio. E lo faccio con un esempio banale, con un’immagine tratta da un volantone (Poli/Orvea) che ho trovato nella cassetta delle lettere poco fa. Il Mori Vecio (seppure nella sua versione base), che resta uno dei bordolesi più prestigiosi del Trentino e una delle grandi innovazioni di
Continua a leggere...UNIONE PRO LOCO: IL 22 LUGLIO AL SENATO LA CERIMONIA DI CONSEGNA DEL MARCHIO “SAGRA DI QUALITÀ TRA LE 21 SAGRE PREMIATE C’E’ ANCHE LA SAGRA DELLA CIUIGA DELLA PRO LOCO SAN LORENZO IN BANALE Sono 21 le sagre organizzate dalle Pro Loco aderenti all’Unpli che hanno ottenuto la certificazione “Sagra di qualità” nel 2019. Un marchio distintivo voluto dall’Unione
Continua a leggere...Si sentiva il bisogno impellente del mago Tiresia di San Michele all’Adige per certificare che la sfida del futuro si vince con la qualità. E forse questa non è nemmeno la risposta giusta. Perché la “qualità”, da sola, è un’astrazione. C’è invece solo un marcatore, dato il presupposto della qualità, che consente di attrezzarsi nella competizione con il futuro, soprattutto
Continua a leggere...Cosa non ci si inventa per vendere una bottiglia di vino. Fra influencer che non hanno mai stappata una bottiglia ma sanno scattare selfie cliccatissimi e giostre spettacolari che eccitano l’emotività offrendo esperienze estreme, ho sempre più la sensazione che il vino si stia smaterializzando, perdendo la sua carica narrativa ripetto al territorio. Emarginato ad una modesta funzione ancillare del
Continua a leggere...Post muto. Cosimo Piovasco da BordeauxÈ lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì,
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