Anno: 2019

Risolto il mistero del post sparito, o almeno così penso. Era un post con questo stesso titolo, ma nel titolo non era nominato il gomito, bensì un’altra parte del corpo: espressione colorita, lo ammetto, ma icastica, efficace. Tutto sommato un post piacevole, che trattava di vino come mio solito, di una serata trascorsa tra Pinot nero di Oregon, Francia e

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Buon pane chiama buon vino: è una regola antica come il mondo Fra poco, alle 18.30, in piazza Lodron in occasione dell’ultima data di Moderno Live – Vignaioli in Panificio organizzata in collaborazione con i Vignaioli del Trentino, alla presenza di Matilde Poggi, da poco rieletta presidente nazionale FIVI, e alcuni vignaioli locali, comincerà la mescita di più d’una dozzina

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Assaggio casuale e piacevolissimo di questo regalo compleannesco (di Matteo) Fontanasanta Foradori 2017 IGT Dolomiti da uve Nosiola lavorate in anfora. Un assaggio, anzi una bottiglia, che mi ha confermato in un paio di convinzioni. Intanto che l’approccio di Elisabetta Foradori (ora Agricola Foradori) al vino è sempre originale, di più: singolare. Ogni sua referenza, ogni suo vino esprime sempre

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Comunicazione su meno canali social ma con più qualità su quelli prescelti, e-commerce proprietario in crescita e visto come opportunità per estendere il dialogo con i consumatori, vitigni autoctoni al centro della content strategy. Opportunità ancora da cogliere su user experience dei siti, assistenza clienti via chat e utilizzo formati Podcast per raccontare vino e territorio. Questi in sintesi i

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Gli Agrari sono da secoli la bilancia dell’economia di una nazione (danno da mangiare), quelli che si rivoltano ogni tanto (Rivoluzione Francese), quelli che chiedono continuamente di sopravvivere (sussidi di Stato o Regione). Negli Agrari metto gli agricoltori di pomi e frumento, i macellatori, i trasformatori seri che acquistano nel territorio e non comprano patate in Olanda e suini all’est.

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Qualora la richiesta di riconoscimento della denominazione di origine controllata e garantita avanzata dai produttori della Valle dei Laghi (mi pare siano otto) per il Vino Santo dovesse andare in porto (e ci sono buone probabilità che in porto ci vada davvero, e poi vedremo il perché), questa nuova DOCG in un colpo solo taglierebbe almeno due traguardi. Uno tutto

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La Tribuna di Treviso ci informa che secondo l’ISPRA, l’agenzia di stato per la ricerca ambientale, sulle colline del Prosecco, appena proclamatete patrimonio Unesco, anche i vigneti consumano il suolo, insieme al cemento e all’asfalto. Bene se la vigna è equiparata ad un cantiere, vuol dire che l’unico suolo buono, e l’unico verde buono, è quello della jungla e delle

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