Anche il sistema vitivinicolo trentino – come l’intero comparto agricolo locale e nazionale – sta subendo pesantemente gli effetti dell’emergenza COVID-19. Al calo dei consumi legati alla chiusura di bar e ristoranti, agli impedimenti nel reclutamento della manodopera e alle difficoltà finanziarie delle aziende, si aggiunge un problema che emergerà con tutta la sua forza in vista della prossima vendemmia, legato alle giacenze di prodotto e più in generale alla tutela delle denominazioni. Per questo motivo il Consorzio Vignaioli del Trentino ha deciso di scrivere all’Assessore all’Agricoltura Giulia Zanotelli e al presidente del Consorzio Vini del Trentino Pietro Patton.
“Visto quanto sta accadendo in queste settimane, e considerato che il ritorno alla normalità non sarà immediato, è certo che tutte le aziende vitivinicole dovranno fare i conti con le giacenze di prodotto delle passate vendemmie. Il rischio concreto” scrive Lorenzo Cesconi, presidente del Consorzio, “è che un eccesso di offerta sulla domanda, e contemporaneamente una prolungata stagnazione della domanda connessa anche al regime ridotto cui sarà costretto il canale ho.re.ca., possa portare ad un’ulteriore riduzione dei prezzi, tanto delle uve quanto del vino trentino”.
L’emergenza in corso, dunque, rischia di amplificare ulteriormente una serie di problematiche che i Vignaioli evidenziano da tempo.
“La nota positiva è che siamo nella fase iniziale della stagione agraria, e che si è quindi ancora in tempo per ricalibrare la produzione”, prosegue Cesconi. “A nostro avviso si rende quindi necessario un provvedimento d’urgenza finalizzato alla riduzione della resa massima di uva a ettaro e della relativa resa di trasformazione in vino, allo scopo di conseguire un migliore equilibrio di mercato. Certi che la funzione di tutela delle denominazioni passi anche dalla tutela del livello dei prezzi – a nostro avviso già troppo bassi, per quanto riguarda il Trentino – la proposta che avanziamo è quella di prevedere sia per le DOC che per le IGT un taglio orizzontale tra il 20% e il 30% delle rese, al contempo vietando la produzione di superi”.
I Vignaioli ritengono che, di fronte alla forte competizione sui prezzi che si determinerà sui mercati, il Trentino debba rispondere puntando sulla qualità e sull’aumento della reputazione delle sue denominazioni.
La proposta del Consorzio Vignaioli del Trentino si inserisce nel contesto dell’emergenza in corso ed è quindi riferita all’annata 2020. “Ma riteniamo”, conclude Cesconi, “che questo frangente possa rappresentare l’occasione per lavora assieme ad un coraggioso rilancio del nostro settore, avviando un nuovo percorso di dialogo e confronto tra le categorie e tra queste e le Istituzioni, per mettere in campo politiche strutturali e di sistema”.
category: copertina
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Boh, avevo prontamente postato un pensiero di condivisione ma si vede che i circuiti l’hanno fatto cadere o l’amministratore me l’ha cassato. Plaudevo alla tempestività dell’intervento e al fatto che i Vignaioli trentini fossero tornati propositivi con un’idea che mi pare opportuna viste le difficoltà dell’ho.re.ca e in vista della vendemmia fra soli 5 mesi. Ridurre le rese servirebbe anche a rilanciare immagine e notorietà di un Trentino vinicolo che ne ha estremo bisogno. E dopo aver ricordato l’opportunità anche della potatura verde, chiudevo il mio dire che l’occasione sarebbe propizia per mettersi attorno a un tavolo, che c’è, e discutere non solo dell’immediato, ma anche del futuro.
Aggiungo qui che, non essendo escluso un certo possibile ridimensionamento della corrente “globalizzata/industriale, un qualche ragionamento di medio-lungo periodo attorno alle numerose tipologie territoriali dovrebbe poterci stare.
Mi fa piacere leggere che i Vignaioli siano tonici e propositivi, ora e subito e per l’intero Trentino. La riduzione delle rese, almeno per le tipologie “non globalizzate”, mi pare opportuna sia per contrastare un probabile mercato stagnante per mantenere alte quotazioni, sia per un rilancio di immagine e notorietà delle tipologie destinate all’ho.re.ca. Con un occhio alla vigna che potrebbe essere aiutata con la potatura a verde. E se tutto questo fosse l’inizio di un dialogo fra le parti per il rilancio territoriale saremmo sulla buona strada. I tavoli ci sono, basta attivarli.