Ricordate? Questi sono i giorni di Vinitaly, la fiera delle meraviglie dove si doveva essere presenti ad ogni costo.
Ho avuto l’avventura di esserci per 5 anni a rappresentare cantine più o meno decotte.
Le grandi aziende trentine avevano stand faraonici e ospitavano i clienti illustri in splendidi hotel di Verona, taxi andata e ritorno compreso. Poi c’ero io, anzi noi, con le ammucchiate trentine demagogiche, quelle dei “piccoli”, che vivevano questo luna park come un’occasione per vendere qualche bottiglia in più.
Poveri noi,quando arrivava un cliente straniero finiva nella solita bicchierata con speck e grissini: “L’è bon, è naturale, l’è Trentino!”. Ovviamente nell’esperanto di casa nostra.
Allora non c’era il marketing trentino. Le scorte non erano ben calcolate e ricordo mattinante all’alba trascinando carrelli pieni di cartoni.
Già al Vinitaly del 1989 bevevano tutti gratis e quando mi accorsi di un ubriaco, bagnato davanti, con Stefano Girelli al suo primo Vinitaly mi inventai la frasina magica: “Degustazione solo per gli operatori .. lei chi è !?”
Il VinItaly, a me che venivo dalla fiere USA delle nuove tecnologie, mise grande tristezza e un grande stupore. Ora per un virus birichino e serpentino probabilmente queste cose non avranno più la stessa valenza. Ma forse accadrà qualcosa. Qualcosa di utile. Di più utile del solito Vinitaly.