Così i cinesi sbarcano in Italia, con i vini di Château Changyu Moser XV: un po’ come vendere ghiaccio agli eschimesi, verrebbe da dire.
Lo annuncia il Sole 24 ore (L’eccellenza del vino cinese approda sul mercato italiano”).
Questa estate avevamo avuto un’anteprima, grazie a un mio nipote che vive in Cina.
Moser XV Legend Cabernet Sauvignon Blanc de Noir, un vino del tutto inusuale. Si sente la vecchia Europa, la mano dell’austriaco Lenz Moser c’è, nell’eleganza del risultato, ma i profumi sono esotici e anche la scelta di vinificare in bianco il Cabernet Sauvignon non è usuale.
Si avverte il Cabernet, sia al naso che in bocca, anche se non è immediato da riconoscere. Leggeri sentori vegetali di peperone giallo, frutta gialla surmatura, nocciole o mandorle. Sentore di Oldenlandia diffusa, dice l’etichetta in cinese, e voglio vedere quanti sommelier europei saprebbero riconoscere l’Oldenlandia diffusa.
Molto morbido all’ingresso, la freschezza (ed è una bella freschezza) interviene in un secondo tempo.
Con mossa di rara ineleganza, mi sono fatto dire il prezzo.
In Cina è in vendita a 203 renminbi, che equivale più o meno a 25 euro al cambio. Lo si trova anche in Germania, ma a 8-9 euro.
Il che, secondo me, la dice lunga su come in Cina si vuol vendere il ghiaccio agli eschimesi.
Erano mesi che venivo descritto da un Lorem Ipsum e non mi decidevo mai a cambiarlo. Un po’ per pigrizia, ma anche perché mi piaceva che a descrivermi fosse un nonsense poetico, che parlava di un luogo remoto, lontano dalle terre di Vocalia e Consonantia … oggi però sento che è venuto il momento.
Lombardo di nascita e residenza, trentino di origine e di cuore, qualche affetto mi lega anche al Piemonte. Di mestiere faccio altro, il consulente di ICT Management; fino a non molto tempo fa il vino lo ho frequentato solo dall’orlo del bicchiere.
Conosco Cosimo Piovasco di Rondò da quando eravamo bambini; un giorno ho cominciato a scrivere su Trentinowine, per gioco, su suo suggerimento, e per gioco continuo a farlo. Seguo il corso di sommelier della FISAR Milano, divertendomi un sacco.
Più cose conosco sul vino, meno mi illudo di essere un professionista o un esperto. Qualcuno, ogni tanto, dice di leggermi e di apprezzare questo mio tono distaccato; io mi stupisco sempre, sia del fatto che mi leggano, sia che apprezzino. E ne vado fierissimo.