Chiedo scusa: la vicenda Toblino non esiste.
Anzi, non è mai esistita.
I due lavoratori sindacalizzati e licenziati, come tutti i lavoratori nel tempo del colera liberista, sono invisibili.
Quindi non esistono.
La storia delle uve anabolizzate legalmente sotto i cieli di Trento è una mia perversa invenzione.
Chiedo scusa.
Ho preso un abbaglio.
Un abbaglio lisergico.
Gli autorevoli e accreditati enocritici di cosa nostra, infatti, sono rimasti in pietoso (verso di me) e funzionale (verso il sistema) silenzio.
Gli influenti compagni lottacontinuisti hanno continuato imperterriti ad erotizzarsi gioiosamente infilando il naso nel bicchiere.
Ad occhi chiusi.
Come se non fosse accaduto nulla.
Come se non stesse accadendo nulla.
Quindi la vicenda Toblino non esiste.
Io sono una puttana pessimista.
E di sinistra.
Poi ci sono le puttane ottimiste.
E di sinistra.
Forse.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Per queste cose la sinistra non esiste più, perché si sta avvicinando Natale ed hanno paura di rimanere senza bottiglie omaggio.