Circondato dall’affetto della sua famiglia, questa mattina a sessantacinque anni se ne è andato Roberto Giacomoni, figura molto nota nel Trentino vitivinicolo per aver ricoperto la carica di presidente di Cantina La-Vis negli anni degli orizzonti luminosi e di un tramonto altrettanto buio, di una mesta buiezza che per molti tratti non ha ancora trovato una narrazione adeguata e convincente. Un tramonto devastante che lo travolse insieme al suo territorio. L’annuncio, affidato ad uno stringato comunicato, è stato dato in tarda mattinata dai congiunti.
Con Giacomoni se ne va uno dei pochi uomini che hanno avuto il coraggio di sognare una cooperazione vitivinicola autonoma e moderna in stile altoatesino; capace di garantire reddito ai contadini e assicurare prestigio al territorio. Fra molte luci e altrettante ombre, questo sogno si infranse sulle secche di ambiziose e mal calcolate velleità e contro i dardi avvelenati di una feroce reazione esercitata dal sistema cooperativo trentino. Che fece pagare a lui, anche in termini personali, un prezzo altissimo, un prezzo che stava in capo, anche e soprattutto, ad altri. Del resto Giacomoni era un uomo generoso e puro, forse al limite dell’ingenuità; insomma il capro espiatorio perfetto per chiudere definitivamente una guerra che non prevedeva prigionieri, ma solo arroganti vincitori o esuli umiliati. E a lui toccò fino alla fine, fino a questa mattina, il ruolo dell’esule, confinato crudelmente ai margini del mondo.
I funerali avranno luogo a Gardolo di Trento, nella chiesa parrocchiale mercoledì 19 ottobre alle 10.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
E’ antipatico ricordare chi non c’èpiù per il fatto che non può confutare o confermare. Che Giacomoni sia unuomo probo e onesto, si può solo confermare. Che sia stato invece – per lui inconsapevolmente – aggiogato a quel carro che è la cooperazione e la cantina di Lavis, anche questo si può tranquillamente confermare.
Giacomoni si è trovato a fare l’uomo “di mezzo” nella vendita e passaggio di Casa Girelli e Cesarini Sforza prima a Lavis e poi a Cavit. Giacomoni è stato l’interlocutore primo per i ritardati pagamenti, patteggiamenti di queste vendite. E poi, per tutto il resto.
Mentre Lavis inaugurava punti di assaggio fantasmagorici e vantava una fama mai stabilita sui mercati esterni al Trentino, Giacomoni è stato unico, onesto testimone di una delle varie disfatte vinicole trentine.
Nessuno però disse niente e – come è stato ben scritto qui sopra – “a lui toccò fino alla fine, fino a questa mattina, il ruolo dell’esule, confinato crudelmente ai margini del mondo”.
Una vittima del sistema ? Certamente ma anche di questo nostro sistema che si sta sgretolando sotto i colpi di una italica concorrenza che certamente non ha aiuti pubblici come i nostri ..ma ha solo voglia di essere e svilupparsi ogni ora di più.
Lontano e non conosciuto amico : “silenzio, si fa notte!”
Ciao Roberto, ci siamo conosciuti poco, ma a me è bastato per capire che eri uno buono, il bravo lo lascio agli altri che ti conoscevano meglio, Da tempo sapevo la tua situazione medica, ed ho saputo lunedì della tua morte. Mi dispiace immensamente, se ne è andato un uomo buono. La terra ti sia lieve Roberto. Tuo cognato Luciano.
sempre un sorriso,specialmente nei momenti difficili.
Dispiace. Riposi in pace.