Nei giorni scorsi la Chiocciola di Slow Food ha animato le sale del Muse di Trento in occasione della presentazione della Guida Osterie d’Italia 2024 ove 18 ristoratori hanno presentato un loro piatto, realizzato con materie prime di stagione e di alta qualità, in piena adesione al modello del Buono Pulito e Giusto.
Buono cioè apprezzabile, dal punto di vista organolettico, che non è così scontato.
Pulito termine legato a tutte le tematiche ambientali che sono l’anima corrente dell’attività di Slow Food.
Giusto cioè un sistema che valorizza la corretta remunerazione dei componenti di tutta la filiera. Senza dimenticarsi che la filiera non si ferma all’ultima pedina di quello che è un sistema alimentare produzione e distribuzione, ma che arriva anche al consumo quindi tutti i cittadini/consumatori sono i membri di questa filiera; pertanto, questa equità deve riguardare anche il prezzo ultimo di acquisto dei prodotti.
Questo modello ha molto a che fare con quello delle Osterie Slow Food le quali hanno un ruolo fondamentale del sistema locale del cibo, capaci di valorizzare i territori di vita.
La cultura gastronomica e la centralità del cibo rimangono la base fondante dell’attività di Slow Food, ma in un’ottica che non può prescindere dal considerare un elemento importante che è quello ambientale. Considerando che il sistema cibo, visto come produzione-consumo-trasporto-rifiuti, incide sul cambiamento climatico nella misura di oltre il 35% delle emissioni, Slow Food si definisce dagli ultimi anni un movimento associativo ambientalista.
La Guida, che lo scorso anno è stata la più venduta nell’ambito di tutte le guide enogastronomiche, è sicuramente un buono strumento per entrare nel modello descritto e poter comprendere che sostenere un’osteria significa aiutare reciprocamente una collettività e quindi tutelare un territorio, che attraverso il cibo costruisce buone relazioni comunitarie.
Slow Food Trentino ha quest’anno assegnato il premio Oasi di Fraternità, nella sua prima edizione, al Caseificio Turnario di Pejo: un sistema comunitario virtuoso che non va tanto d’accordo con il sistema capitalistico ma capace di tenere altissima la biodiversità.
La cena itinerante è stata un’esperienza gastronomica unica, un’immersione nella cultura gastronomica del Trentino Alto Adige, accompagnata dalla presenza dei Vignaioli del Vino Santo, che hanno portato in abbinamento la Nosiola in diverse versioni, e dei produttori dell’Enantio a piede franco.