Angelo Rossi

Enologo, direttore del Comitato Vitivinicolo Trentino fra gli anni Settanta, Ottanta e Novanta, già membro del CdA Fem e vicepresidente di UDIAS, l'associazione degli studenti di San Michele, ed ex capitolare della Confraternita della Vite e del Vino di Trento. Largo ai giovani.

Ventotene torna di moda per l’incontro che avverrà fra pochi minuti fra Renzi, Merkel e Hollande. Meglio così, perché finora si ricordava l’isola del vento soprattutto per il confino dove sotto il fascismo venivano detenuti gli avversari del regime. Fra costoro anche quel padre della vitienologia trentina che è Ferdinando “Mario” Tonon. Coincidenza felice vuole che egli compia 97 anni

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Il titolo della degustazione per enologi e appassionati organizzata qualche giorno fa dalla sezione trentina dell’AEEI presso la Cantina di Toblino era questo, ma lo zampino del co-organizzatore Mario Pojer raspava probabilmente attorno al Vino Santo, una gemma locale ancora troppo nascosta. Quindici campioni del Trentino, Alto Adige, Friuli, Veneto, Toscana, Umbria e Sicilia, ma anche un Sauternes di Francia,

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(continua) – Senza una componente importante del territorio trentino come quella dei Vignaioli la Mostra sarebbe zoppa. Imperativo categorico, quindi, è rimuovere le motivazioni della loro latitanza rispondendo ad alcune loro recriminazioni, considerando che, a ben vedere, sono le stesse per le quali dovrebbero recriminare i vignaioli associati. Da più parti ormai si mette in discussione l’impostazione stessa che il settore

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Ghino di tappo m’incita a raccontare qualcosa di più sulla vicenda del Caldaro, come protagonista dell’epoca in cui quel vino ottenne la DOC. Una vicenda ereditata dai veri protagonisti: il cav. Ezio Cesconi direttore dell’allora Cantina di Lavis-Sorni-Salorno, il dr. Franco Endrici, presidente del Comitato vitivinicolo e soprattutto Ferdinando Tonon che del CVP era la mente operativa. Molti altri sullo

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