Cosimo Piovasco da Bordeaux

È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall'inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo —————– Siamo su Facebook 🙂 Cosimo Piovasco da BordeauxÈ lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero

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Avevo promesso che non sarei più tornato sull’edizione 2012 di Bollicine su Trento, come forma estrema (oddio, estrema no: estreme sono solo le bombe) di protesta per denunciare il black-out informativo che le istituzioni trentine del vino hanno imposto su questo blog. Ma oggi mi disconfermo e tradisco quella promessa. Siamo in chiusura del festival, quello che sta per arrivare

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Anche per dare ancora un po’ di fastidio (amichevole) all’amico Saint-Just (il Conte), che ci vorrebbe tutti sobri professionisti della critica enologica, ribadisco che questo blog è assai poco serio. E così intende rimanere: un divertissement in cui a volte si parla anche di vino. Ma per parlare d’altro. E oggi parlo d’altro. Parlo dell’ultimo disco del Maestrone Francesco Guccini,

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*”…E’una battaglia culturale, antropologica che deve riportare al centro l’uomo decisore, non mezzadro. Temo davvero, con profonda tristezza, di dover accettare una sconfitta. Molte volte in passato leggevo i miei errori con gli occhi dei giovani: le sconfitte rafforzano la tenacia e  proiettano verso il futuro idealizzato con maggior forza. Oggi, misurate le forze in campo, vorrei arrendermi alle evidenze

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Che meravigliosa magia è il vino. Soprattutto alcune volte, quando dinamizza i tuoi pensieri. Quando rimette in moto la memoria e ti fa precipitare nella voragine mielosa dei ricordi. L’altra notte, prima di rincasare, mi sono fermato da uno dei miei spacciatori abituali. Ho chiesto un bianco. Fermo. Questa volta fermo.  L’amico enotecaro  mi ha proposto un Pinot Bianco: Moriz,

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Anche per rispondere ai commentatori che rimproverano a questo blog un atteggiamento “esterofilo” e demolitivo nei confronti della denominazione TRENTO, segnalo, come del resto ho sempre fatto, le prove di degustazione compiute negli ultimi due mesi da Franco Ziliani e pubblicate su Le Mille Bolle Blog. Mi sembra si possa dire, sfogliando le pagine zilianinane, che la TRENTO si conferma

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Caro Tiziano (Mellarini), ti scrivo. Questa volta abbandonandomi a toni molti diversi dalle sciabolate che fino ad oggi mi sono permesso, amicalmente, di usare nei tuoi confronti. Ma la gravità, e la grevità, dellla situazione lo impone. Sulla tua Vallagarina enologica, sta precipitando in picchiata Jo Condor, eteroguidato dalla devastante strategia annientativa dei grandi gruppi industriali managerializzati e quindi deterritorializzati

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Mentre a Trento, venerdì scorso, si apriva il festival delle bollicine trentodocchiste, grazie all’invito dell’amico Franco Ziliani (Le Mille Bolle Blog) e di un giornalista roveretano, altrettanto amico, ho partecipato ad una degustazione di Metodo Classico dell’Alto Adige. Ci siamo incontrati con i produttori e con le bottiglie – divise in tre batterie: Brut – Extra Brut, Dosaggio Zero e

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Questo post ce l’ho sulla punta delle dita da qualche giorno. Oggi – in questo pomeriggio piombigno – è arrivato il momento. Sono idee che mi girano in testa da quando sui quotidiani locali, qualche settimana fa, sono comparse le entusiastiche fotocronache mellariniane-agenziastefani, che illustravano la sforbiciata del nastro per la riapertura-rivisitazione di una strada di campagna che attraversa i

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