consorzio vini del trentino

Non mi trovo quasi mai d’accordo con Angelo Rossi, intervistato oggi dal quotidiano TRENTINO a proposito dello stallo manipolatorio che si sta consumando sulla presidenza FEM.  Ci dividono un sacco di cose. Persino sulle femmine abbiamo idee differenti: io amo le diafane verticalità anoressiche e lui le armonie curvilinee. Eppure, trovo che se non ci fosse, in Trentino, uno come lui bisognerebbe inventarlo.

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Su www.newsfood.com l’imperdibile intervista a Fabio Piccoli, responsabile promozione Vini del Trentino Cosimo Piovasco da BordeauxÈ lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita

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Non so se, e quanto, l’espressione “vitienologia sostenibile” abbia a che fare con la viticoltura biologica e affini. Ma se, come credo io, qualche nesso c’è, allora, mi chiedo di che cosa straparlasse mesi fa (qui) il Maître à penser di Consorzio Vini del Trentino, quando si affidava alla magica suggestione della “vitienologia sostenibile“, come chiave comunicativa per aggredire i

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Cosimo Piovasco da BordeauxÈ lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna

Pioggia

«Abbiamo perso troppi anni ad arrampicarci sugli specchi degli autoctoni, è stata un’iniziativa fallimentare», siccome siamo in tempi di quaresima e non di carnevale è un esercizio davvero difficile attribuire il tenore della buona fede ad una dichiarazione come quella contenuta in questo virgolettato. Dichiarazione rilasciata al quotidiano “Trentino” in pieno Vinitaly dall’uomo forte ed emergente di Consorzio Vini del

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Capita, giocando a ramino, di restare con due carte: l’avversario magari ne ha ancora 13 e vince. Restare incartati è pessima situazione, ci vuole un colpo di culo per vincere, quel culo che ti ha sorretto fino al momento dell’incartamento. Uno stallo disagevole simile a quello che di questi tempi si palpa fra vigne, cantine ed uffici vari.Mi sembra, infatti,

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