Esiste la menzogna della letteratura, esistono l’auto da fé della letteratura e la sua impertinente necessità. Esiste un legame viscerale tra progresso civile, memoria letteraria e ardore interpretativo di quegli strati, umanissimi e necessari, che hanno costruito identità ed alterità; esiste l’endiadi visionaria della cultura, questa dea splendidamente “inutile” (nella vulgata della mercificazione integrale dell’essere uomini), che conquista faticosamente i
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